Roma, 14 lug. - Il direttore dell'Anmi, Antonio Amato, replica al presidente della Regione lazio, Nicola Zingaretti, in merito alla chiusura del Centro di Microcitemie di Roma. "Il presidente Zingaretti risponde ai firmatari della petizione online su -change.org- con un documento 'copia e incolla' con argomenti già espressi nella nota della Regione Lazio del 23 Giugno 2015. Si evince l'atteggiamento di chiusura dell'amministrazione su questa vicenda, indifferente rispetto alle oggettive difficoltà in cui lascia i cittadini che necessitano di servizi adeguati a fornire risposte certe in termini di diagnostica emoglobinica, e continuano a rivolgersi inutilmente al Centro Studi Microcitemie di Roma. Non può mancare una nostra risposta al presidente Zingaretti".
Ecco il testo della lettera: "Illustre presidente, la vicenda del Centro Studi Microcitemie di Roma è stata purtroppo trattata molto superficialmente dalla sua Amministrazione e la risposta al Programma di Attività del 2015 (con la negazione del relativo contributo) è arrivata a ben sette mesi dalla presentazione dello stesso, dopo molti solleciti e dopo aver portato di fatto al fallimento l'ANMI Onlus che ha dovuto chiudere i servizi e licenziare tutto il personale. Per i dipendenti e i collaboratori del Centro non c'è stata alcuna 'garanzia occupazionale' e sono attualmente tutti disoccupati.
Con la negazione del contributo è stato di fatto impedito al Centro ogni percorso di accreditamento istituzionale, per mancanza di risorse.
Nello specifico (che poi è quel che interessa ai nostri assistiti): oggi non si effettuano esami di II livello in alcuna struttura sanitaria pubblica nel Lazio, perché da sempre Ospedali e Università si sono serviti esclusivamente dei nostri servizi specialistici. Oggi i pazienti vengono quindi mandati fuori Regione. Delle sette strutture sbandierate come sostitutive del Centro, alcune hanno negato pubblicamente l'esecuzione del test mentre le altre, pur con la buona volontà dei colleghi ematologi, non sono in grado di fornire un servizio diagnostico completo come quello da noi offerto sino all'inizio di maggio.
In breve: i cittadini attualmente non trovano risposta ai loro bisogni di qualità nella diagnostica emoglobinica e pagano di tasca propria le conseguenze della soppressione del Centro.
Caro Presidente, se ha il coraggio di confrontarsi con franchezza su questa assurda scelta di politica sanitaria portata avanti da lei e dalla sua Amministrazione, ci convochi in Regione e, carte alla mano, le dimostreremo come stanno davvero le cose. Lo chiediamo da tempo con tutti i cittadini firmatari della petizione che sono stanchi di chiacchiere e ambiguità".
(Comunicati/Dire)