(DIRE) Roma, 10 lug. - È uno dei cosiddetti 'big killer' ed e' difficile da individuare nella sua fase iniziale. In Italia il tumore al polmone colpisce ogni anno 40mila persone. Ma c'e' anche una buona notizia: la percentuale di persone che hanno superato la soglia dei 5 anni senza ricadute e' aumentata negli ultimi anni, in particolare negli uomini dal 10% al 14%, mentre nelle donne dal 12% al 18%. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio condotto dall'Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) su oltre 3mila cittadini. L'indagine e' stata presentata oggi all'Istituto nazionale Tumori Fondazione "G. Pascale" di Napoli e fa parte della campagna nazionale di sensibilizzazione sul tumore del polmone.
"È la terza neoplasia piu' frequente- fanno sapere dall'Aiom- ma gli italiani non sembrano essere ben informati sulle cause: 8 cittadini su 10 non sanno che il fumo passivo puo' provocare la malattia. Una diffusa ignoranza che preoccupa visto che la meta' (il 49%) ammette di accendersi spesso una 'bionda' in presenza di bambini. Per il 43%, poi, smettere con le sigarette non riduce il rischio di sviluppare questa patologia". Il 59% degli intervistati, ritiene inoltre che "chi e' colpito dalla malattia, soprattutto se si tratta di un tabagista, sia 'colpevole' della sua condizione. Respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei tumori del polmone. Il fumo passivo e' anche un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilita' di sviluppare la malattia".
Dal sondaggio Aiom, inoltre, e' emerso che in troppi ignorano le regole fondamentali della prevenzione. Ed e' alto, allo stesso tempo, il bisogno di informazione tra le persone: "L'89% degli intervistati- prosegue l'Associazione italiana di oncologia medica- vorrebbe ricevere maggiori notizie sulla malattia, mentre per il 72% servono piu' campagne di prevenzione". Il 25% della popolazione italiana, spiega ancora Alessandro Morabito, direttore dell'Oncologia medica toraco-polmonare del Pascale, "e' esposto ai suoi rischi. Sarebbe opportuno estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi o troppo affollati come automobili, spiagge, stadi e parchi. Solo cosi' e' possibile difendere la salute di tutti i cittadini, specialmente delle persone piu' a rischio, come le donne in gravidanza e i bambini".
Un'altra parte della campagna Aiom ha riguardato il sondaggio fra oltre 850 specialisti. "Abbiamo condotto questa indagine interna per capire come viene affrontata e trattata la patologia- prosegue Nicola Normanno, direttore del Dipartimento di Ricerca dell'Istituto Pascale- Il 78% degli oncologi ritiene che questi pazienti siano colpevolizzati, soprattutto se si tratta di fumatori. Inoltre l'86% afferma che lo stigma puo' influire negativamente sullo stato di salute complessivo. La probabilita' di sviluppare una neoplasia polmonare e' 14 volte piu' alta tra i fumatori rispetto ai non tabagisti. Pero' e' fondamentale che il malato avverta la comprensione del personale medico e l'affetto dei familiari. Ben il 95% degli oncologi- conclude- dichiara di rivolgere domande sul possibile stato di disagio interiore".
(Cds/Dire)