(DIRE) Roma, 18 giu. - "I piu' frequenti sono candida albicans e glabrata, sono i funghi piu' temuti e ricercati dai medici in ospedale perche' rischiano di compromettere la salute dei pazienti chirurgici, soprattutto di quelli piu' gravi. Minacciose e pericolose sono le malattie fungine in sala operatoria e in reparto, paradossalmente dovute al progresso della medicina oggi in grado di curare i pazienti piu' gravi. I progressi tecnologici e farmacologici nelle cure post-operatorie hanno contribuito ad ampliare le possibilita' di terapie chirurgiche di molte malattie, soprattutto oncologiche, e a ridurne la mortalita', ma inevitabilmente si e' assistito a un maggiore rischio di infezioni batteriche prima, e fungine dopo". Lo dice l'Universita' Cattolica di Roma.
Per questo il Meeting 'Infezioni fungine in chirurgia' promosso dal Master Sepsi in Chirurgia al Policlinico universitario 'A. Gemelli' (aula 616) da venerdi' 19 (ore 13- 19) a sabato 20 giugno (9-15) vedra' la partecipazione non solo di chirurghi, ma anche microbiologi, infettivologi, internisti, farmacologi clinici, radiologi insieme per interagire e cooperare nella diagnosi e cura delle infezioni fungine di elevata morbilita' e mortalita'.
Infatti, "non identificarle subito puo' essere letale per il paziente. La patologia in passato era considerata tipica di pazienti oncoematologici, trapiantati di organo solido o di pazienti assai gravi in terapia intensiva, oggi e' diventata appannaggio anche dei pazienti ricoverati nei reparti chirurgici. Riconoscere i pazienti ad alto rischio e iniziare un'appropriata terapia il piu' presto possibile diminuisce la mortalita' di almeno il 20-30%".
"Le infezioni fungine in chirurgia- spiega il responsabile scientifico prof. Gabriele Sganga, docente del Dipartimento di Scienze chirurgiche del Policlinico Gemelli- avvengono per lo piu' dopo infezioni batteriche e in particolare dopo infezioni intra-addominali complicate e peritoniti 'non di origine appendicolare': incidono da un 10-20% sino a un 30-40%, con un trend piu' elevato per i malati di 'passaggio' in Rianimazione ovvero in una Terapia Intensiva Chirurgica. Nel 60-80% dei casi - conclude il chirurgo Sganga- si tratta di Candida albicans, seguita da Candida glabrata al 10-15% e poi tanti altre specie di Candida non-albicans. La diagnosi precoce e' resa difficile dalla mancanza di segni clinici specifici e ancora dalla difficolta' di una diagnosi microbiologica immediata".
(Com/Rel/Dire)