Roma, 17 giu. - Articolo tratto da "Il Messaggero". Il piano di riordino della rete ospedaliera della Regione Lazio prevede una drastica riduzione del numero dei primari: i dirigenti delle Unità operative complesse, quando sarà completata l'applicazione del piano, passerà da 1.123 a 656. E in questa direzione vanno gli accorpamenti dei reparti che si stanno attuando proprio in questi giorni. Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, la settimana scorsa ha firmato il decreto in cui si definisce una lunga serie di trasferimenti di personale e posti letto. E, appunto, fusioni di reparti.
ACCORPAMENTI. Alcuni esempi tra le misure che vanno a toccare alcuni dei grandi ospedali romani: sulla base del provvedimento di Zingaretti (che è anche commissario per la sanità del Lazio) ci sarà il trasferimento della unità di chirurgia maxillo-facciale e della cardiochirurgia, con il personale, dal San Filippo Neri al San Camillo. Ancora: le attività e l'equipe del reparto di chirurgia plastica e ricostruttiva, così come il servizio di ematologia dell'ospedale Sandro Pertini vengono trasferiti all'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata con la ricollocazione del personale (un direttore di struttura complessa e due medici). Sempre dall'ospedale Pertini al San Giovanni viene trasferita l'unità di neurochirurgia. Ma cosa succederà al personale? Spiegano in Regione: "Viene riposizionato nelle varie aziende secondo il numero dei posti letto, la riorganizzazione aziendale e i volumi delle attività previste".
Un direttore, due medici e tre infermieri prenderanno servizio al San Giovanni; due medici al San Camillo, due all'Asl Roma C. Un medico andrà a Tor Vergata, uno all'Umberto I e uno alla Asl Roma E. "Stiamo andando avanti con l'applicazione delle misure programmate" conferma Alessio D'Amato, direttore della cabina di regia della sanità. Si aggiungono poi i trasferimenti previsti dal direttore generale del San Camillo con la cessazione dei ricoveri nei reparti ancora presenti al Forlanini: nei locali dello Spallanzani andranno chirurgia ed endoscopia toracica e di terapia intensiva, mentre il resto passerà al San Camillo. Proprio sul San Camillo ieri si è accessa una polemica legata al taglio dei posti letto legato ai mesi estivi. Secondo un sindacato, la Fials, "saranno chiusi nei tre mesi estivi ben 108 posti letto tra Ortopedia e reumatologia, Geriatria, Cardiochirurgia e Chirurgia vascolare, Ginecologia, Gastrenterologia, Epatologia, Nefrologia, e Neurochirurgia". Replica del direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Camillo, Antonio D'Urso: "La cifra diffusa è sovradimensionata: ci sarà, come avviene tutte le estati una riduzione, ma non toccherà le emergenze, interesserà i ricoveri di elezione".
(Com/Dire)