(DIRE) Roma, 12 giu. - Mercoledì nel carcere Mammagialla di Viterbo si è verificata una aggressione a medici, infermieri e agenti durante la visita medica di accesso alla struttura. Alcuni di loro sono rimasti feriti e si sono dovuti recare all'ospedale Belcolle per le necessarie cure. "E' l'ennesimo episodio che coinvolge il personale sanitario che lavora in situazione precaria per numeri ridotti e strutture evidentemente insicure" si legge in una nota del Cosips, il Coordinamento sindacale professionisti della sanita'.
"Nonostante il continuo sovraffollamento delle carceri gli organici di personale sanitario rimangono assolutamente carenti risentendo del blocco del turn-over che sta portando al definitivo collasso la sanità pubblica del Lazio. Con il decreto del presidente della Regione Lazio 24 luglio 2009 numero 526- continua- l'allora governatore Marrazzo aveva attivato l'Osservatorio regionale permanente sulla sanità penitenziaria che aveva il mandato di valutare l'efficienza e l'efficacia degli interventi a tutela della salute dei detenuti, degli internati e dei minori sottoposti a provvedimento penale, di riferire su avvenimenti di interesse sanitario o problematiche insorgenti negli istituti penitenziari del territorio e nell'area penale esterna e di fornire elementi utili alle azioni volte al miglioramento dell'assistenza sanitaria ai detenuti.
L'Osservatorio dal 2009 al 2013 aveva effettuato diversi sopralluoghi negli istituti penitenziari della nostra Regione presentando puntuali relazioni ai precedenti governatori Marrazzo e Polverini sulla situazione sanitaria degli istituti evidenziando in particolare carenze di personale e problemi organizzativi e strutturali. Inspiegabilmente, dall'avvento di Zingaretti tutto tace, l'Osservatorio non è stato più convocato dagli uffici della dirigenza regionale responsabile della sanità penitenziaria che era stata individuata quale tramite tra l'Osservatorio e il governatore e le visite si sono interrotte mantenendo la totale e arbitraria discrezionalità della predetta dirigenza regionale senza alcuna verifica da parte dell'organismo di garanzia previsto da un apposito Dpcm e individuato nel Lazio con il decreto del presidente della Regione del 2009".
Il coordinatore Cimo-Cosips, Ernesto Cappellano, già membro dell'Osservatorio lancia un segnale di allarme: "Occorre far ripartire i lavori dell'Osservatorio, segnali preoccupanti pervengono dalle strutture sanitarie delle carceri del Lazio, il sovraffollamento aumenta il rischio di malattie tra i ristretti e la situazione merita uno stretto monitoraggio per salvaguardare i detenuti ma anche il personale che lavora tra le mura dei penitenziari. Due detenuti su tre hanno almeno una malattia come rivela uno studio presentato al congresso nazionale della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (Simsp) che si è tenuto a Cagliari e le patologie infettive sono le più diffuse e interessano il 48% dei detenuti. Nessuna verifica è stata possibile anche nelle Rems che dovranno subentrare agli ospedali psichiatrici giudiziari. E' di ieri la notizia della protesta del comitato Stop-Opg che, tra l'altro, ha confermato che tra le 10 Regioni in ritardo, c'è anche il Lazio".
(Wel/ Dire)