(DIRE) Roma, 11 giu. - "L'omeopatia? Non parliamo di maghi o stregoni ma di una parte organica della medicina ufficiale. Uno dei miei obiettivi, nel triennio di mandato, sarà quello di arrivare una volta per tutte alla definizione di una legge nazionale sulla medicina complementare e omeopatica. Ora siamo il fanalino di coda in tutta Europa, anche se alcune Regioni hanno già alcune regolamentazioni". Si presenta così Giovanni Gorga, il nuovo presidente di Omeoimprese, l'associazione che riunisce le aziende che operano in Italia nel settore dell'omeopatia, e che oggi ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto della situazione e per illustrare il suo programma strategico.
Gorga ricoprirà la carica per i prossimi tre anni "con l'obiettivo di incrementare la conoscenza e la cultura sulla medicina complementare nel nostro Paese. La convinzione che l'Italia non abbia una tradizione omeopatica è completamente errata- ha spiegato- La medicina complementare non va vissuta come una moda passeggera o qualcosa da sottoscala ma come un settore in grado di collaborare in modo stretto e strutturato con le istituzioni sanitarie italiane. Oggi un italiano su 6, una volta l'anno, usa farmaci omeopatici, che sono usati molto spesso anche in pediatria".
I numeri del settore sono in crescita. Gli italiani che usano medicinali omeopatici e antroposofici sono 11 milioni l'anno, di cui 3 milioni abitualmente. 25.000 sono i medici che prescrivono questi farmaci per un totale di 30 milioni di confezioni vendute ogni anno e 10.000 medicinali complessivi presenti sul mercato dal 1995. Trenta sono le aziende dell'industria italiana presenti dal Lazio alla Lombardia fino alla Toscana e alla Campania.
"Siamo un comparto industriale più che dignitoso- ha detto ancora Gorga- il fatturato si attesta sui 330 milioni di euro, di cui oltre 50 pagati allo Stato attraverso tasse, contributi ed Irap. Parliamo, quindi, di una parte non del tutto irrisoria dal punto di vista economico. Quello della medicina complementare è quindi un settore dinamico e che assume. E non è poi così vero che il costo di un farmaco omeopatico sia così alto rispetto ad uno tradizionale. Non è nostro obiettivo, comunque, chiedere la rimborsabilità del prodotto omeopatico".
"Siamo in una fase in cui sta entrando nel vivo la regolamentazione dei medicinali omeopatici attualmente sul mercato in ottemperanza a quanto disposto dalla legge di stabilità 2015- ha concluso Gorga- E' ora di diventare un partner delle istituzioni sanitarie. L'obiettivo è un riconoscimento culturale, è dare dignità a questo settore perché fino ad oggi non c'è stata".
(Wel/ Dire)