SIE-SIAMS-SIP/COLLABORAZIONI
Andrologia, stretta alleanza tra endocrinologi, andrologi e pediatri italiani
(DIRE) Roma, 5 giu. - Le classiche patologie maschili dell'adulto (fimosi, varicocele, criptorchidismo, infezioni genitali, eiaculazione precoce e impotenza) potrebbero essere evitate, almeno nella meta' dei casi, con una seria prevenzione, visite accurate e controlli periodici. Ne sono convinti endocrinologi, andrologi e pediatri italiani che da adesso in poi lavoreranno insieme per intercettare le condizioni a rischio sin dai primi anni di vita e indirizzare, se necessario, i giovanissimi ad una visita specialistica dall'endocrinologo. "Si tratta di una collaborazione a tre- spiega Andrea Lenzi, presidente Sie- Societa' italiana di endocrinologia (Sie), Societa' italiana di andrologia e medicina della sessualita' (Siams) e Societa' italiana di pediatria (Sip)".
Secondo Lenzi, si tratta di un'alleanza "necessaria perche' siamo nel terzo millennio e vogliamo salute e benessere per le giovani generazioni e dobbiamo fare prevenzione. Per realizzare questo obiettivo- sottolinea- e' indispensabile aprire un dialogo tra pediatri, medici di medicina generale ed endocrinologi. La prevenzione ormonale e quella andrologica, in particolare, inizia dall'anno 0 e direi che ha il suo focus nei primi 12 anni di vita, cioe' dalla nascita alla puberta'. Quindi, e' molto sentita l'esigenza di promuovere, tra i pediatri generalisti che lavorano sul territorio, la cultura della diagnosi precoce".
Intanto a Roma e' in corso, da oggi fino al 6 giugno, il 71° Congresso nazionale di pediatria. La giornata di oggi, in particolare, e' dedicata a 'La transizione delle cure, dal pediatra all'andrologo', con una sessione interattiva per dare piu' respiro alle patologie maschili maggiormente trascurate, anche perche', fanno sapere gli esperti, "la cultura femminile in questo campo e' molto piu' avanti e ha meno tabu'".
Fondamentale nella promozione della salute pediatrica la figura dell'endocrinologo, ancora poco conosciuta sul territorio.
"Il ruolo dello specialista in endocrinologia- aggiunge il presidente Sie Lenzi- e' molto significativo: l'80% dei problemi andrologici del maschio adulto si sviluppa in eta' pediatrica e nella prima adolescenza e almeno il 50% di questi casi potrebbero essere risolti con la prevenzione. Noi pensiamo ad una collaborazione di percorsi assistenziali: vorremmo 'contaminare' le due culture, da un lato quella pediatrica generalista e del territorio, dall'altro quella endocrinologica generale, che devono integrarsi per poter collaborare. Inoltre vorremmo fare in modo che un ragazzo al quale sia stata diagnosticata una qualche patologia andrologica di tipo endocrino, una volta uscito dell'eta' pediatrica, non debba attendere di arrivare al matrimonio o al desiderio di procreare per occuparsene, ma prosegua sin dall'adolescenza un'assistenza continuativa, la sola che puo' garantire una vera ed efficace prevenzione".
La 'finestra critica' e' tra i 13 e i 16 anni, quando i genitori smettono di portare il bambino dal pediatra e sospendono i controlli periodici, mentre un percorso post-pediatrico preferenziale, caratterizzato dalla sinergia tra pediatra, endocrinologo e andrologo consentirebbe di agire proprio in quella fase di vuoto assistenziale. "La visita endocrinologica e andrologica medica devono entrare a far parte del bagaglio clinico del pediatra sia generalista sia specialista che del territorio- suggerisce ancora Lenzi- In un percorso assistenziale ben strutturato bisogna prevedere visite nei primi due anni di eta', un altro passaggio fondamentale e' la fase di sviluppo, tra i 9 e i 12 anni, per maschi e femmine. Dopo, e' importante una visita a 16 anni seguita da controlli a cadenza annuale fino all'eta' di 18 anni. In particolare, il bambino deve essere sottoposto a un controllo finalizzato a valutare la posizione dei testicoli e l'eventuale presenza di alterazioni del pene e del meato uretrale, oltre alla presenza di fimosi".
Far crescere la cultura della prevenzione endocrinologica e andrologica medica, secondo gli esperti, significa educare "prima di tutto i genitori a far visitare i propri figli, mantenendo l'attenzione sulla sfera genitale-riproduttiva e abituando il ragazzo a controllarsi senza problemi attraverso l'autopalpazione dei testicoli e l'esame dei genitali. La diagnosi precoce e' l'unico strumento valido per identificare tempestivamente i segni della presenza di un tumore del testicolo- concludono- neoplasia che colpisce piu' di frequente i giovani dai 15 ai 35 anni".
(Com/Cds/Dire)
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