(Dire) Roma, 22 gen. - A ventiquattr'ore dall'incontro in Regione tra la Cabina di regia sulla sanita' e i sindacati, per affrontare il tema dell'affollamento dei Pronto soccorso, il segretario generale della Cisl Fp di Roma e Lazio, Roberto Chierchia, chiama in causa il ministero della Salute per rimarcare che la priorita' e' superare il blocco del turn over e trovare soluzioni immediate per il personale. "Domani speriamo di avere risposte che vadano nell'interesse dei cittadini e dei lavoratori che stanno subendo uno stress psicofisico altissimo- ha detto Chierchia all'agenzia Dire- bene l'interessamento del Prefetto, ma in questo caso dovrebbe intervenire il ministero della Salute per smentire quello dell'Economia, perche' cio' che si sta mettendo in atto nel Lazio non va nell'interesse di cittadini e lavoratori. Anche la Corte dei Conti ha rilevato che i tagli nel pubblico potrebbero mettere a rischio i Livelli essenziali di assistenza. Al momento mancano 7.500 unita' nel pubblico, che il blocco del turn over non ha permesso di sostituire. Piu' c'e' la questione dei lavoratori precari".
Chierchia, quindi, ha aggiunto: "Ha fatto bene Zingaretti a rimarcare il grande impegno che sta mettendo tutto il personale della sanita' del Lazio, ma il carico di lavoro dev'essere in qualche modo messo al riparo. Anche il sindaco Marino dovrebbe dire la sua, proprio ora dove vengono additati disservizi". Per il segretario generale della Cisl Fp, poi, "bene chiamare in causa la sanita' privata, ma in questo settore c'e' una deregulation imbarazzante, c'e' un dumping contrattuale che toglie diritti e il 30-40% di retribuzioni. Anche su questo ci aspettiamo che la Regione intervenga".
Infine, Chierchia, dopo aver sottolineato che "il filtro delle Case della salute non sta dando i risultati sperati", ha concluso: "Sugli atti aziendali che presto saranno approvati, ma che dovranno essere oggetto di un confronto con le parti sociali, ci aspettiamo che siano rivolti nell'interesse dei cittadini e non servano solo a colmare le criticita' economiche segnalate del Mef".
Intanto domani dalle 10 alle 12 e 30, gli operatori sanitari, medici e infermieri, manifesteranno assieme alla Fp-Cgil nei principali pronto soccorso del Paese (tra gli altri Roma Osp. San Camillo; Bari - Policlinico; Bologna - Osp.
Maggiore; Firenze - Osp. Careggi; Milano, Osp. San Carlo; Torino - Osp. Mauriziano; Napoli - Osp. Cardarelli).
L'iniziativa '#ProntoSoccorsoKo' punta "a mettere in luce le criticita' del sistema, colpito da tagli alle risorse pesantissimi (31 miliardi di euro tra il 2011 e il 2015, a cui si aggiungeranno gli altri 4 previsti dalla Legge di Stabilita' del Governo Renzi- spiega una nota Fp.Cgil- che ricadranno sui bilanci regionali) e da un riduzione di personale senza precedenti (-23.500 operatori, di cui 5.000 medici, solo tra il 2009 e il 2013) colmata da un'esplosione del precariato (32mila gli operatori con contratti di lavoro 'flessibili' a cui si aggiungono oltre 20mila tra collaboratori e consulenti, secondo gli ultimi dati della Ragioneria Generale dello Stato)".
Ne deriva "un colpo mortale per il nostro servizio sanitario nazionale- avverte il sindacato- che, mentre vedeva indebolirsi la propria rete ospedaliera (posti letto passati in 12 anni da 4,7 ogni mille abitanti a 3,4, contro una media Ocse del 4,8), non ha riorganizzato l'offerta di servizi".
A questo si aggiunge "un forte invecchiamento del personale a causa del blocco del turn over, che ha impedito il ricambio generazionale- aggiunmge Fp-Cgil- nel caso dei medici, non viene riconosciuto nemmeno il diritto a un orario minimo settimanale di 48 ore con riposi diurni di 11, mancanza che ha visto l'Italia deferita alla Corte europea di Giustizia".
"Il personale e' allo stremo e i cittadini si rivolgo ai pronto soccorso perche' non sanno dove curarsi. Viaggiamo oltre i 24 milioni di accessi all'anno. Va costruita una rete territoriale alternativa- afferma Rossana Dettori, Segretaria Generale dell'Fp-Cgil- attiva h24 e 7 giorni su 7. L'Italia ha una popolazione tra le piu' anziane del pianeta. In tutto sono 18milioni i cittadini con patologie croniche e di questi 2,3 milioni sono non autosufficiente. Pensiamo davvero di fare cassa sulla salute con questi numeri? Serve una vera spending review che reinvesta in servizi, ad esempio colpendo le sacche di spreco dovute alla medicina difensiva. Quasi 10 miliardi di euro in spese mediche inappropriate. C'e' poi tutto il capitolo degli appalti, un vero e proprio buco nero. Le soluzioni ci sono. Serve la volonta' politica e un bagno di realismo".
(Mel/ Dire)