(DIRE) Roma, 21 gen. - "Il continuo congestionamento dei pronto soccorso della Regione in questo periodo, a causa delle sindromi influenzali e dei problemi cardiologici legati al freddo" finisce sul tavolo del prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. La Fp Cgil di Roma e Lazio ha scritto a lui e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, chiedendo, in particolare, al prefetto "un suo autorevole intervento al fine di trovare soluzioni immediate che prevengano effetti negativi sia sulla cittadinanza che sugli operatori oggi a rischio continuo di aggressione".
Secondo il sindacato "non si puo' fingere di non vedere un problema che torna ogni anno. Occorre agire tutti per risolverlo- si legge nella missiva- Medici ed infermieri lavorano al massimo, con turni massacranti, ma il parziale sblocco del turn over che non consente un rinnovo della forza lavoro, e la situazione organizzativa dei servizi ospedalieri e territoriali non sono superabili solo con l'impegno degli operatori".
Sotto accusa anche le Case della Salute, non utilizzate a pieno per dare risposte a questa emergenza: "I numeri risultano essere drammatici e non accennano a diminuire: in queste ore ci sono, nella Regione, 426 pazienti in attesa di ricovero o trasferimento. E il dettaglio del tipo dei codici degli assistiti mostra che, oltre ai pazienti gravi, ci sono ancora codici bianchi che si rivolgono alle strutture ospedaliere. Il filtro delle Case della salute e del territorio non funziona sempre e non funziona come dovrebbe, le direzioni sanitarie non stanno mettendo in atto tutte le azioni organizzative necessarie".
Per questo motivo "da quindici giorni almeno, ogni giorno, ci sono oltre 300 persone parcheggiate sulle barelle a cui il sistema sanitario non riesce a trovare un posto letto. E le ambulanze continuano a restare bloccate in un numero eccessivo. La Regione aveva dato disposizione di attivare posti letto nelle strutture accreditate ma non risulta sia pienamente operativo".
Gli effetti della situazione di emergenza nei pronto soccorso del Lazio "possono divenire drammatici, sia a causa delle condizioni di lavoro degli operatori e dello stress cui sono sottoposti sia a causa dell'esasperazione dell'utenza che vede gli operatori come unica interfaccia con cui sfogare la propria rabbia e preoccupazione. La nostra denuncia delle settimane scorse non ha avuto un effetto pratico e la situazione rimane ancora critica- conclude la lettera- Venerdi' ci sara' un primo incontro con la Regione Lazio che sara' un importante momento per provare a risolvere questa crisi".
Il segretario della Fp Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola, ha accolto positivamente la convocazione della Regione: "Bene che la Regione ha accolto il nostro appello e ha convocato i sindacati per venerdi'. Ma adesso serve uno scatto in avanti, anche perche' il cuore della crisi, con il picco influenzale, deve arrivare".
Alla Regione la Cgil proporra' "assunzioni anche per un tempo definito per fronteggiare l'emergenza, modifiche organizzative per fare funzionare meglio i pronto soccorso, l'utilizzo dei posti letto privati e una diversa gestione dell'ingresso, con lo studio di soluzioni per fare avere un ruolo alle case della salute per i pazienti con codici bassi".
L'incontro con la Regione sara' anticipato in mattinata da un flash mob organizzato dalla Cgil, nell'ambito dell'iniziativa nazionale "Pronto Soccorso ko", davanti al San Camillo.
Intanto anche la prima parte della mattinata della giornata odierna e' stata contraddistinta da un alto numero di accessi ai pronto soccorso di Roma: "L'Umberto I resta la 'maglia nera' con 134 accessi, segue il Policlinico Tor Vergata con 113, il Gemelli con 100, il Sant'Eugenio con 90, il Pertini con 85, mentre in miglioramento il San Camillo con 64 accessi".
Passi in avanti sulle ambulanze in servizio: "Alle 12.30 ci sono 12 ambulanze ferme, il trend e' in miglioramento- ha concluso Di Cola- Questi dati dimostrano che una migliore organizzazione e' possibile, perche' se non ci sono ambulanze ferme risparmiano i cittadini. Ricordo, infatti, che quando le ambulanze restano ferme troppo a lungo a un certo punto l'Ares 118 e' costretto ad attivare i privati a pagamento".
(Mtr/ Dire)