Roma, 14 gen. - Articolo tratto da "Il Messaggero". La sentenza. ½Perché il fatto non costituisce reato». Con questa formula, il giudice della quinta sezione penale del tribunale di piazzale Clodio ha assolto i quattro dirigenti del policlinico Umberto I finiti a processo con accuse che, a seconda delle posizioni, vanno dalle lesioni all'omicidio colposo, in relazione a tre casi di legionellosi che tra il 2006 e il 2007 colpirono tre pazienti del nosocomio romano.
Nessuna responsabilità penale nella drammatica vicenda, dunque, è stata ravvisata dai magistrati per Maurizio Dal Maso, all'epoca direttore sanitario della struttura, per Claudio Mondini, già direttore del Dipartimento Emergenza e Accettazione, e per Giuseppe Critelli e Francesco Barillà, rispettivamente direttore e dirigente responsabile dell'Unità Coronarica Cardiovascolare. Una sentenza che, di fatto, va a sommarsi a quella ricevuta dal direttore generale dello stesso ospedale, Paolo Montaguti, giudicato separatamente e già assolto dalla corte d'Appello capitolina.
L'accusa. Stando alla versione sostenuta dall'accusa, i dirigenti sanitari finiti a processo avrebbero mancato di disporre lavori di manutenzione e adeguamento di alcuni impianti idrici e dei gorgogliatori presenti nei reparti nei quali si verificarono i tre casi di legionella. Gravi negligenze che avrebbero poi causato il diffondersi dell'infezione e il decesso di due pazienti, ricoverati l'uno presso il Dea e l'altro nella sezione Unità Coronarica Cardiovascolare e che, nel caso di un terzo malato in cura al reparto Cuore e Grossi vasi, si sarebbe risolta con una brutta infezione e più di quaranta giorni di prognosi.
Una triste vicenda per la quale il tribunale sembra aver accolto in pieno la tesi delle difese, secondo cui i medici avrebbero fatto tutto quanto in loro potere per fare fronte all'emergenza. Diversa, la linea tracciata del pm, che nei capi di imputazione sottolinea come già nel 2005 il Comitato Infezioni Ospedaliere avesse segnalato gli interventi da effettuarsi per evitare il contagio della malattia, rimanendo però sostanzialmente inascoltato.
(Cds/ Dire)