(DIRE) Roma, 18 feb. - Le iniziative per la liberalizzazione della distribuzione dei farmaci, o di parte di essa, destano preoccupazione nelle Regioni. Ad esprimere l'inquietudine del sistema regionale e' il vicepresidente della Liguria, Claudio Montaldo che presiede il Comitato di settore del comparto Regioni-Sanita' e che ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e ai ministri della Salute e dello Sviluppo economico, Beatrice Lorenzin e Federica Guidi.
Secondo Montaldo c'e' il rischio di "creare un grave danno per la fascia piu' debole della popolazione assistita dal servizio sanitario e di colpire le farmacie periferiche". Il vicepresidente ligure sottolinea poi "la misura prospettata e' in assoluta contraddizione con quanto scritto nel Patto per la salute, laddove le farmacie sono considerate parte del sistema sanitario e uno strumento per fornire servizi in modo capillare anche nei territori meno densamente abitati".
"La farmacia, a differenza di un qualsiasi punto di distribuzione commerciale- spiega Montaldo- puo' offrire informazioni, assistenza e consigli ai pazienti ed e' ormai in molti casi servizio Cup per prenotazioni e pagamento ticket, rivolto in particolare agli anziani e alle persone con maggiore difficolta', fino alla vera e propria presa in carico di malati cronici. Non e' un caso che la nuova convenzione con le farmacie, che stiamo per cominciare a discutere con le associazioni rappresentative del settore vada proprio in questa direzione. La nuova convenzione si fonda, infatti, su una visione innovativa della farmacia", strumento "non piu' di mera dispensazione di medicinali, ma di servizi di consulenza, di supporto e di prevenzione".
Scrive ancora Montaldo: "Va poi considerato che il maggiore controllo delle prescrizioni, gli acquisti centralizzati e i tetti alla spesa farmaceutica territoriale e la parziale liberalizzazione, con la nascita delle parafarmacie hanno ridotto i volumi di attivita', creando consistenti difficolta' proprio alle farmacie rurali e a quelle decentrate che sono "quelle piu' importanti per garantire la capillarita' del servizio. La liberalizzazione, cosi' come viene prospettata- conclude Montaldo- metterebbe in difficolta' sicuramente questa parte di imprese e di conseguenza la popolazione di riferimento, senza considerare gli aspetti occupazionali".
(Tar/ Dire)