(DIRE) Roma, 6 feb. - "Non basta dire: 'È proibito'. Bisogna entrare in questi mondi e riuscire a far comprendere non solo agli uomini, ma anche e soprattutto alle donne, che queste sono pratiche barbariche. Tali pratiche, spesso tramandate da madre a figlia o da nonna a nipote, provocano mutilazioni dolorosissime molto pericolose per la salute di queste donne, oltre che la perdita di qualsiasi propensione o capacita' di vivere in modo normale la propria sessualita'". Cosi' Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, nel corso del seminario 'Protagoniste del proprio corpo e del proprio futuro: la lotta alle mgf', organizzato oggi a Roma dall'Istituto mediterraneo di Ematologia (Ime), presso l'auditorium del ministero della Salute, in occasione della XII Giornata mondiale contro le mutilazioni.
"Da questo punto di vista- prosegue il ministro- credo che l'Italia svolga un ruolo molto importante non solo nel nostro contesto o in quello europeo, ma anche in ambito internazionale. Una delle attivita' che facciamo, attraverso la nostra partecipazione nell'Oms, nell'Unicef e nelle organizzazioni internazionali non governative, e' quella di promuovere azioni di cultura in quei Paesi in cui l'infibulazione ha ripreso ad essere presente". Nel nostro Paese, spiega Lorenzin, "ci sono casi di poligamia nascosti, casi di donne segregate nelle abitazioni, bambine che non possono fare pratiche sportive... Insomma: tutta una serie di situazioni che vengono perpetrate. Ebbene, allora io credo che un bambino che nasca e cresca nel nostro Paese abbia esattamente gli stesso diritti dei bambini italiani: per quello che riguarda i diritti dei bambini, non ci puo' essere una morale di serie A e una di serie B".
Fortunatamente, aggiunge, in alcuni Paesi "negli ultimi anni abbiamo visto, incredibile ma vero, essere proprio la componente maschile a rifiutare l'infibulazione, cercando di convincere la componente femminile a rifiutare quella pratica. Credo sia un passaggio in avanti non banale nella storia in questi Paesi". Prosegue Lorenzin: "Lo dico come donna e non come ministro: noi non possiamo permettere un passo indietro cosi' forte nella storia dell'emancipazione femminile, che sta avvenendo in questo periodo, non solo dal punto di vista delle mutilazioni genitali ma anche da quello della mancanza dei diritti civili e dell'educazione". Il 53% del mondo e' composto da donne, sottolinea ancora il ministro, "e ancora una larga parte di questa percentuale e' ridotto in condizioni barbariche di semi-schiavitu': quando tu mi togli la capacita' intellettuale, tu mi hai uccisa. Non a caso il diritto all'istruzione- conclude- e' stata la piu' grande conquista che noi abbiamo avuto negli ultimo secoli".
(Cds/ Dire)