(DIRE) Roma, 22 dic. - Perché alcune persone, pur avendo tutti i fattori di rischio del diabete, non si ammalano di questa malattia? A spiegarlo è uno studio condotto da alcuni ricercatori dell'Università 'Cattolica del Sacro Cuore' di Roma, i quali per la prima volta hanno osservato "nel pancreas di individui un modo naturale di prevenire il diabete: alcune cellule pancreatiche- spiegano- possono trasformarsi in cellule produttrici di insulina (le cosiddette 'cellule beta') e quindi creare una difesa naturale contro questa grave e dilagante malattia metabolica". I ricercatori, inoltre, hanno osservato che "questa trasformazione protettiva avviene- proseguono- in risposta a una alterazione del funzionamento delle stesse cellule beta che perdono la sensibilità al glucosio". Lo studio, condotto da un team guidato dal professor Andrea Giaccari, è stato pubblicato sul 'Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism'.
"Alcune nostre ricerche- spiega Giaccari- hanno in precedenza dimostrato che vi sono alcuni fortunati individui che, pur avendo diversi fattori di rischio per il diabete mellito - diabete di tipo due o insulino-resistente, non si ammalano: parliamo per esempio di individui obesi e con disturbi metabolici già in atto. Queste persone detengono dunque il segreto per capire come sconfiggere il diabete". In passato, intanto, si era "visto in esperimenti di laboratorio che vi è una parziale capacità da parte di alcune cellule del pancreas, le 'cellule alfa'- prosegue- deputate alla secrezione dell'ormone glucagone (ormone secreto quando vi è carenza di zucchero nel sangue) di trasformarsi in 'cellule beta', ovvero le cellule che producono insulina morfologicamente organizzate a formare le isole di Langerhans nel pancreas. Le cellule beta normalmente si attivano e rilasciano insulina quando captano la presenza di zucchero in eccesso nel sangue (iperglicemia)".
Nello studio, fanno sapere ancora i ricercatori del Gemelli di Roma, questa possibilità "trasformativa di cellule pancreatiche in cellule insuliniche si conferma in vivo su soggetti senza diabete". Ma in cosa è consistita la ricerca? "Abbiamo utilizzato biopsie di pancreas ottenute per altre motivazioni cliniche- spiegano- da individui non diabetici e, avvalendoci di questi campioni, abbiamo potuto confermare che in alcuni individui naturalmente protetti da diabete le cellule alfa si trasformano in cellule beta e quindi diventano una nuova fonte di insulina". I ricercatori, quindi, hanno ora compreso che "questa trasformazione spontanea avviene in risposta alla perdita di sensibilità al glucosio da parte delle cellule beta. Insomma: è proprio l'alterata sensibilità al glucosio che scatena la trasformazione cellulare".
La ricerca, continua il professor Giaccari del gemelli, è "particolarmente innovativa- sottolinea- perché eseguita con una nuova metodica, per ora solo presso il Policlinico Gemelli, che sfrutta la combinazione di studi in-vivo (sul paziente) ed ex-vivo (sulla biopsia pancreatica). Resta certamente da capire cosa succede a livello molecolare, cosa induce in alcuni soggetti, ma non in tutti, questa trasformazione cellulare". Per il futuro, intanto, si può ipotizzare che "la plasticità delle isole di Langerhans possa essere sfruttata per la cura delle persone con diabete che normalmente conservano un numero significativo di cellule alfa per l'intero corso della loro vita. Indurre queste ultime a trasformarsi in cellule beta, che producono insulina- concludono i ricercatori- potrebbe permettere di migliorare significativamente il trattamento del diabete anche in chi ne è già affetto".
(Wel/ Dire)