(DIRE) Roma, 27 apr. - "Sono tante le storie di ordinaria e di straordinaria sofferenza che in questi giorni occupano le pagine dei giornali: dagli sbarchi degli immigrati, che proseguono a gettito continuo, fino al terremoto del Nepal con le sue vittime, bambini e scalatori provetti, nessuno è stato risparmiato. Sono fatti drammaticamente concreti che ci chiedono di non restare indifferenti, di non abituarci alle sfide che la fame, la povertà, e anche la violenza della natura ci pongono ogni giorno in tanti modi diversi". Lo premette Paola Binetti, deputata di Area popolare.
Poi, aggiunge: "Ma se c'è un modo che aiuta a non anestetizzare la propria coscienza, a non permettere che si scrolli il dolore di dosso con un gesto di insofferenza è quello di rimanere sempre attenti al disagio di chi ci sta vicino e ci sfida e ci sollecita ogni giorno a non girare la testa dall'altra parte. Eppure è proprio questo ciò che sembra accadere ormai da 700 giorni in piazza Montecitorio, davanti a quel numero 117, che identifica la tenda dei fratelli Biviano, ormai conosciuta nel mondo intero, al punto di apparire anche su Google maps".
Binetti ricorda che "Sandro e Marco, affetti da distrofia muscolare progressiva come le due sorelle rimaste a casa perché ancor più gravi di loro, due anni fa hanno deciso di lasciare le isole Eolie per venire a cercare a Roma una soluzione efficace a quei loro bisogni di salute che a Lipari non trovavano risposta. Hanno pensato che piazza Montecitorio, vero crocevia delle proteste di cittadini che ogni giorno urlano davanti ai palazzi del potere il loro disagio, stando a pochi passi da palazzo Chigi, fosse il luogo migliore per farsi ascoltare e trovare una qualche soluzione per un problema che almeno finora sembra senza soluzione. Ma nonostante le promesse di tanti tra ministri e parlamentari, i fratelli Biviano ancora oggi percepiscono un silenzio assordante; quel silenzio che appare come un muro di gomma, perché le parole rimbalzano prive di fatti e di contenuti".
Infine, conclude: "Eppure anche loro, i fratelli Biviano, esprimono dolore e sofferenza, per se e per le loro sorelle, e per quei tanti malati rari, a cui governo e Parlamento sembrano rifiutare quelle cure che la nostra stessa Costituzione ci impone di garantire loro, anche se sono malati rari. Per la loro patologia non c'è l'attenzione dovuta, neppure sotto il profilo della ricerca, e quella tenda appare ogni giorno di più il simbolo del fallimento di istituzioni incapaci di dialogare con i bisogni reali dei malati. Ma la verità è che se non riesco a farmi carico della sofferenza di chi incontro tutti i giorni, è abbastanza improbabile che possa rispondere alla sofferenza di chi è lontano".
(Wel/ Dire)