(DIRE) Roma, 27 apr. - Recentemente si è parlato di nuovo di Ordini dei medici dopo l' elezione, per la prima volta, di una donna alla presidenza della Federazione nazionale. Ma sarebbe il caso che gli Ordini dei medici facessero 'notizia' anche per una maggiore presenza nella società. La gente sa poco di che cosa sono e cosa fanno gli Ordini dei medici, pensa solo che rappresentino una corporazione di professionisti che difendono i propri interessi. Spesso l' immagine che se ne ricava è questa e la categoria non si dà molto da fare per smentirla.
Per la verità anche molti medici sanno poco del loro Ordine: si iscrivono quando si laureano, vanno lì a fare il giuramento all' inizio della carriera e poi limitano la frequentazione alla richiesta di certificati o permessi, informazioni su pratiche pensionistiche, chiarificazione di problemi normativi, risoluzione di controversie professionali. Tutte cose sacrosante, ma la gente, e forse anche qualche medico, non sa che gli Ordini hanno anche il compito di 'promuovere iniziative intese a favorire il progresso culturale dei propri iscritti'. In altri termini, a farli crescere e tenerli sempre aggiornati perché possano fare bene il loro mestiere. Questo aspetto andrebbe però maggiormente curato, preteso dai medici e imposto fortemente dalle istituzioni. Si dirà che gli Ordini fanno già abbastanza, ma non è sufficiente, tanto più che gli iscritti sfruttano poco quanto viene offerto e l' offerta non è mirabolante. Dirò di più. Gli Ordini, per far crescere la categoria, devono 'allargarsi' e porsi come artefici di un miglioramento globale del bene salute: essere più critici su norme che non vanno, essere di forte stimolo alla soluzione di problemi sociali, essere promotori di leggi soprattutto a livello regionale. Devono rivendicare un ruolo di interlocutori privilegiati delle istituzioni diffidando da ingerenze e corteggiamenti partitici che li trovano ghiotti bacini elettorali, devono promuovere soluzioni organizzative delle emergenze sanitarie (povertà, immigrazione, disagi nella cronicità, handicap), fare lobby con l' utenza per risolvere situazioni critiche. Gli Ordini dei medici, in altri termini, devono diventare protagonisti del Sistema sanitario, non spettatori o semplici utilizzatori dell' esistente, e, coscienti della loro forza, 'giocarsela' in iniziative che li facciano uscire da torpore, timidezza ed egoistici arroccamenti. Ci vogliono iniziative e nuove idee per far capire che gli Ordini non sono conservazione di privilegi, ma stimolo all' innovazione del processo assistenziale.
(Fonte: Corriere della Sera) (Wel/ Dire)