(DIRE) Roma, 13 apr. - "Dateci energia e finanziamenti, e potremo ripercorrere per l'epidermolisi bollosa quello che si è fatto per le gravi ustioni della cornea. Paradossalmente, potremo realizzare qualcosa di ancora più importante rispetto a Holoclar. E rendere Modena un vero centro di riferimento mondiale". È questo l'appello a tutte le Istituzioni dei ricercatori dell'Università di Modena e Reggio Emilia che hanno 'concepito' il farmaco Holoclar contro le ustioni della cornea: autorizzato alla commercializzazione a fine febbraio dall'Ue, è stato il primo prodotto farmaceutico a base di staminali registrato nel mondo occidentale. Il successo si deve a due ricercatori Unimore, Graziella Pellegrini e Michele De Luca, e a Chiesi Farmaceutici di Parma, che nel 2008 ha dato vita allo spin-off universitario Holostem Terapie Avanzate attivo al centro di medicina rigenerativa "Stefano Ferrari", finanziato dalla Fondazione cassa di risparmio di Modena con uno stanziamento totale di oltre 13 milioni di euro.
Anche quella di oggi è una giornata di festa per Pellegrini e De Luca: al Tecnopolo li applaudono tutti gli studenti, le autorità (dal rettore Angelo Oreste Andrisano al governatore Stefano Bonaccini, dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli al presidente della Fondazione modenese Andrea Landi) e gli addetti ai lavori a partire dallo stesso presidente Holostem Paolo Chiesi. È stato quello di De Luca l'intervento più appassionato: il direttore del Cmr mira ora a curare con le terapie geniche "migliaia di bambini che hanno patologie della pelle devastanti", come l'epidermolisi.
"Abbiamo competenze sulle cellule staminali e sappiamo come applicarle clinicamente, dopo decenni di applicazioni sulle ustioni. Abbiamo un centro di ricerche genomiche che con le nuove tecnologie di biologia molecolare riesce a produrre diagnosi in 15 giorni invece che in un anno, abbiamo una clinica dermatologica. Ma abbiamo costante bisogno- ha scandito il ricercatore in sala- non solo del supporto privato, ma delle istituzioni".
Ad enfatizzare il ruolo della "vera scienza", alla luce dei successi già ottenuti e di quelli da ottenere in Unimore, ha pensato la presidente della commissione Sanità del Senato Emilia Grazia De Biasi, che ha insistito non poco sul caso Stamina: "Col sequestro delle cellule la scorsa estate, Stamina l'abbiamo fermata per un pelo ma la storia non è finita, ci sono tante Stamina in giro per il Paese. Appuntamenti come quello di oggi dimostrano più che mai che bisogna sempre distinguere tra la scienza e la fantascienza, per non dire la magia...", ha rimarcato De Biasi. Anche Muzzarelli ha ringraziato De Luca e Pellegrini ricordando agli studenti e a tutti gli addetti ai lavori che bisogna avere "la massima fiducia nella scienza, quella vera: in questo senso oggi da Modena parte un messaggio di fiducia e di futuro verso il mondo". Il sindaco aveva già premiato i ricercatori Unimore ieri sera in Consiglio comunale, consegnando al Cmr e a Holostem il premio cittadino "La Bonissima". De Luca ha evidenziato che appena dopo l'inaugurazione, sette anni fa, "il Cmr era drammaticamente vuoto mentre oggi ospita 92 persone, tutti ricercatori dell'Università e di Holostem. Ora c'è lo spin-off, ci sono cinque ricercatori Unimore che sarebbero dovuti andar via ma sono stati assorbiti da Holostem, creando posti di lavoro. E stiam costruendo una piccola dependance fuori dal centro, non ci stavamo più...".
Così, invece, Pellegrini è tornata in Consiglio comunale sul lavoro che ha portato a trattare la cecità mediante la medicina rigenerativa: "È un vero esempio di medicina personalizzata- ha spiegato la studiosa Unimore- perché usiamo cellule provenienti dal corpo del paziente che sono accettate benissimo. E' una terapia stabile che interrompe il ricorso ai farmaci e all'assistenza da parte dei pazienti, riducendo i costi sociali". Ed è, ha concluso Pellegrini sulla scia dell'appello oggi di De Luca, "una finestra sul futuro, perché con metodiche molto simili potremo gestire altre patologie".
(Wel/ Dire)