(DIRE) Roma, 9 apr. - Cento anni or sono l'Europa era già in fiamme: gli eserciti degli Imperi Centrali avevano iniziato a combattere contro Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Russia e loro alleati. In Italia gli interventisti avevano ormai preso il sopravvento e si avvicinava la data del 24 maggio 1915 che avrebbe portato un'intera generazione di giovani al fronte e nelle trincee dove in tanti, tra indicibili sofferenze e privazioni, trovarono spesso la morte.
La nostra nazione, oltre che strappare agli austro-ungarici alcuni territori, avvertiva il bisogno di rinsaldare un'identità nazionale che talora, ancora oggi, sembra volersi frammentare.
Il ricordo di questa guerra e delle sue vittime è ancora molto vivo nel nord Italia, soprattutto verso est, dove più aspri e lunghi furono i combattimenti che coinvolsero frequentemente anche la popolazione civile; più flebile in altre parti nella nostra nazione ove arrivarono solo gli echi della guerra anche se tutta l'Italia fornì un enorme contributo di sangue alla vittoria finale.
Solo le vittime militari italiane furono circa 650 mila. In questo contesto la Sanità Militare, coadiuvata dalla Croce Rossa, dal corpo del Sovrano Militare dell'Ordine di Malta e dai Cappellani Militari sviluppò un immenso sforzo per dare assistenza ai feriti e conforto ai moribondi. Il suo contributo alla guerra non fu però solo questo: basti pensare che in termini percentuali, dopo la fanteria, il corpo di Sanità Militare ebbe il maggior numero di vittime.
L'Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, non poteva mancare questo appuntamento con la storia e con il ricordo di quanti hanno contribuito a completare con i propri sacrifici e con la propria vita la nostra attuale integrità nazionale. Le vittime di allora devono essere di esempio ancora oggi per tutti noi: la ricerca di una coesistenza pacifica tra i popoli europei è, tutto sommato, una conquista relativamente recente e l'unità del nostro continente va mantenuta come garanzia di pace per le generazioni future.
Il seminario multimediale di domani, sviluppato in collaborazione con l'A.R.E.S. (Agenzia di Ricerca e di Educazione Sanitaria) vuole quindi essere, più che un incontro di apprendimento, un seminario di riflessione su questi temi, sulla condizione dei soldati che combatterono la Prima Guerra Mondiale e sugli sforzi che il Corpo della Sanità Militare fece per assisterli.
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