(DIRE) Roma, 7 apr. - "Dieci anni fa negli Stati uniti moriva Terry Schiavo. A tutti coloro che chiedono a gran voce il riconoscimento dell'eutanasia, come diritto a morire quando e come si vuole in base al principio di autodeterminazione, ricordiamo quella drammatica vicenda in cui il marito, contro il parere dei genitori, impose ai medici di sospendere nutrizione e idratazione, sulla base di una affermazione fatta dalla moglie in una circostanza di cui lui solo era stato testimone". Cosi' Paola Binetti, deputato di Area Popolare.
"I genitori di Terry, Bob e Mary Schindler, avevano cercato di mantenerla in vita, sostenendo che spettava a loro decidere del suo futuro e che erano disposti a prendersene cura per tutto il tempo che fosse stato necessario. Il padre di Terry, molti anni prima aveva preso una decisione del tutto opposta nei confronti di sua madre e non intendeva ripetere un gesto di cui con il tempo si era pentito. D'altra parte- prosegue la centrista- il marito di Terry si era risposato e da tempo non si prendeva piu' cura della moglie, di cui pero' era rimasto il tutore. I giudici in quella occasione hanno deciso che Terry non avrebbe voluto continuare a vivere, basandosi sulla sola testimonianza del marito. In occasione di una visita alla nonna, che viveva attaccata ad un respiratore, il marito aveva sentito Terry dire: Se mai diventero' cosi', vi prego lasciatemi andare. Non voglio restare in vita con una macchina".
Binetti conclude: "Fu un caso che spacco' non solo l'opinione pubblica americana ma anche lo stesso Parlamento, ricorda la parlamentare- contrapponendo le forze politiche e mostrando, una volta per tutta, non solo quanto sia importante difendere la vita come diritto, ma anche come la famiglia rappresenti la migliore garanzia per questa tutela. E per questo che sono doppiamente convinta a dire no all'eutanasia e si alla famiglia".
(Com/Tar/Dire)