(DIRE) Roma, 17 set. - Lo scorso gennaio il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, lanciò tramite stampa un segnale di allarme per le troppe inidoneità ed esenzioni che creano difficoltà operative all'interno dei grandi nosocomi regionali, individuando le visite da parte dei medici interni alle strutture quale punto debole del sistema. Il Governatore, inoltre, aveva ipotizzato di ricorrere all'INPS per le visite di controllo, dichiarando di voler stanare tutti "i furbetti della corsia". L'articolo, pubblicato dal quotidiano "La Repubblica" a gennaio, suscitò non poche polemiche tra gli addetti ai lavori. E ancora oggi continua a far discutere.
La questione è stata ripresa anche nel corso della tavola rotonda seguita al convegno "La salute dei lavoratori nelle strutture sanitarie: il direttore generale, il medico del lavoro e l' idoneità lavorativa in una società che cambia - aspetti clinici, sociologici e giuridici", che si è svolto sabato scorso a Roma presso l'aula Montalcini della Facoltà di Medicina dell'Università di Tor Vergata. La tavola rotonda, moderata dalla giornalista Carlotta Di Santo, è stata organizzata dalla Commissione Medicina e Sicurezza nei luoghi di lavoro dell'Ordine dei Medici di Roma e ha coinvolto i vari 'attori' del processo della sorveglianza sanitaria, permettendo di analizzare compiutamente la problematica da tutti i punti di vista. Per saperne di più la Dire ha intervistato il coordinatore del convegno, il dottor Ernesto Cappellano.
Ma ci sono davvero così tanti 'furbetti' in corsia? "Partendo dall'assunto che siamo tutte vittime del turnover, da parte nostra possiamo dire che la Commissione Medicina e Sicurezza nei luoghi di lavoro dell'Ordine dei Medici di Roma aveva già evidenziato in passato come l'intervento del presidente Zingaretti riaprisse il dibattito su un argomento di particolare rilievo come la gestione delle idoneità, o meglio, delle inidoneità parziali o totali in sanità. Noi senz'altro concordiamo sulla necessità di approfondire l'argomento all'interno di uno specifico tavolo tecnico, con l'obiettivo di esaminare i dati concernenti le idoneità scaturite dall'allegato 3B dell'art.40 della Legge 81, definendo le linee guida per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori della sanità del Lazio, e identificando con chiarezza i percorsi diagnostici, i livelli di rischio e le modalità di razionalizzazione degli esiti idoneativi".
La dichiarazione del presidente Zingaretti suscitò una levata di scudi da parte di Organizzazioni Sindacali che lamentavano la particolare situazione della Regione Lazio. Lei come la vede? "Anni di blocco del turn-over hanno creato un complessivo e forte ridimensionamento del numero degli operatori, un aumento dell'età media, nonché un ricorso eccessivo ai contratti di tipo precario, con un significativo aumento del disagio lavorativo per le obiettive difficoltà fisiche e psichiche dei lavoratori. Anche le velate accuse ai medici competenti sono state oggetto di contestazione, considerando la difficoltà degli stessi medici posti nella scomoda posizione di 'cuscinetto' tra le istanze dei lavoratori e le esigenze dei datori di lavoro, tra l'altro in carenza di specifiche linee guida per la sorveglianza sanitaria e di un proprio ruolo uniformemente individuato nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della nostra Regione".
(Cds/ Dire)