Roma, 15 set. - Articolo tratto da "Il Corriere della Sera - Roma". Come al gioco dell'oca, l'Idi torna al punto di partenza. Niente stipendi e prospettive incerte. Competitivo nel know how (la dermatologia è tra i pochi settori a fatturare) ma corporativo nel management, l'ospedale gioca ancora con le regole scelte dalla Congregazione dei padri Concezionisti (a proposito: il 30 agosto Franco Decaminada è stato visto pranzare in un ristorante di Formello con il suo ex manager Domenico Temperini. Le misure cautelari non hanno spezzato il sodalizio).
E chi passa dal via, al Monopoli dell'Idi, rischia di non ritirare neppure i contributi. La nuova amministrazione, che non è riuscita a ottenere il Durc (attestato sulla regolarità contributiva dell'impresa), ha anche creato nuovi debiti. Fra cui circa 18 milioni di euro con l'Inps (questa, almeno, è la cifra che gira fra i sindacati). Saranno versati a rate. Altri rateizzi che si aggiungono ai tanti, fra cui quelli con la Siemens che vanta forse il credito maggiore fra i fornitori.
La Cgil ha promosso lo stato di agitazione dei dipendenti. Il segretario regionale, Natale Di Cola, ha chiesto un incontro al ministero dello Sviluppo mentre l'Ugl parla di un "deja vu che sinceramente preferivamo non ricordarci", con riferimento ai contributi non versati e agli stipendi in ostaggio. Ma la preoccupazione maggiore dei sindacati è un'altra: "Nessuno ha mai smentito che gli esuberi possano essere quei 400 di cui si è sempre parlato".
Facce nuove, intanto, girano nei reparti. Nuovi contratti, sia pure a tempo determinato, voluti dall'amministrazione straordinaria che, ha più volte spiegato (come dargli torto?), di non fidarsi dei precedenti amministratori sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta. Si cerca di incentivare le uscite ma, pare, senza troppo successo. Colpa, forse, degli scivoli proposti. Più umilianti che invoglianti: un primario con 29 anni di anzianità si sarebbe visto offrire ventimila euro e una stretta di mano per andarsene. Si teme che, invece di far le valigie, si sia rivolto a un avvocato.
"Il fatto è che Papa Francesco non è arrivato all'Idi", sorride amaramente un attento osservatore delle vicende dell'ospedale. E infatti qui è la vecchia guardia che comanda ancora. Oggi in piazza San Pietro ci sarà uno striscione dell'Idi ma nessuno tra i sindacati ha rivendicato l'iniziativa, che potrebbe perfino essere aziendale. Vale la pena di ricordare quello che scrivevano i magistrati sui due recenti commensali di Formello: "L'analisi contabile condotta fra il 1 gennaio 2006 e il 30 giugno 2012 ha consentito di accertare come nel periodo interessato l'indagato Decaminada, membro degli organi di vertice della Provincia Italiana (dei religiosi, ndr) ha prelevato in contanti dalle casse dell'Idi la somma complessiva di 2 milioni di euro senza alcuna giustificazione". Oggi quella stessa Congregazione, sostenuta dalle risorse del Bambin Gesù sta rientrando alla guida dell'ospedale (un pò come se Tanzi si fosse ripreso Parmalat, ovviamente in scala). L'asta, così pare, è andata deserta.
(Cds/ Dire)