Roma, 12 set. - Articolo tratto da "Quotidiano Sanità". L'ipotesi che anche la sanità venga coinvolta nei tagli ai vari settori della Pubblica Amministrazione che dovranno contribuire a raggiungere l'obiettivo dei 20 miliardi complessivi di risparmio conseguito dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, appare sempre più probabile. Nella giornata di ieri si era diffusa una 'voce' da Palazzo Chigi che rassicurava: "Niente tagli in sanità ma lotta agli sprechi". Intendiamoci, nulla di ufficiale, nessun comunicato istituzionale, neanche un tweet di Renzi.
Anche il messaggio riguardante la lotta agli sprechi non lasciava presagire nulla di buono: che ci fossero sacche di inefficienza nel settore su cui dover lavorare era cosa nota. Non a caso, appena due mesi fa, si era concluso con le Regioni un Patto per la salute che punta ad ottenere 10 mld di risparmi nel prossimo triennio. Il punto in questione è un altro: il pilastro dell'intesa con le Regioni prevedeva- visti i 30 mld di tagli alla sanità negli ultimi 5 anni- un lavoro di efficientamento della spesa che garantisse la possibilità di mantenere e reinvestire i risparmi ottenuti all'interno del settore. Perché se da un lato c'è la possibilità di tagliare, dall'altro sussiste la necessità di investimenti.
I tagli che verranno chiesti al dicastero di Lungotevere Ripa difficilmente si fermeranno a quei 40 mln di cui parla il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ossia quel risparmio del 3% sulla spesa del solo Ministero della Salute. Si tratterebbe di briciole rispetto all'obiettivo 20 mld fissato da Renzi. E allora ecco che, prevedendo un taglio più consistente, si torna a parlare di nuovi ticket e di centralizzazione degli acquisti: le strade più rapide per coprire una riduzione del Fondo sanitario nazionale.
Una riforma del ticket, in base allo scandeziario fissato da Patto, dovrebbe essere varata entro il prossimo mese di novembre. In questo caso, come riportato oggi da diversi quotidiani, potrebbero profilarsi nuovi balzelli non più ad "invarianza di gettito", così come previsto nel Patto, ma con qualche risorsa in più, da ottenersi riducendo la platea delle esenzioni. Ulteriori risorse potrebbero essere poi reperite, già nel 2015, obbligando tutte le Asl ad una centralizzazione degli acquisti.
Insomma, come dicevamo ieri, un taglio consistente alla sanità appare sempre più probabile. Al contempo, l'ipotesi di poter mantenere e reinvestire nel settore tutti i risparmi ottenuti dalla spending review interna prevista dal Patto sembra destinata a spegnersi dopo appena due mesi.
(Cds/ Dire)