Roma, 11 set. - Articolo tratto da "La Repubblica". "Con il governo abbiamo siglato in agosto un patto d'onore sulla sanità: se si rompe viene meno il rapporto di fiducia e collaborazione". Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, è nettissimo sulle conseguenze che avrebbero i tagli alla spesa sanitaria di cui si parla con insistenza. E la sua non è una posizione personale, come attestano le durissime dichiarazioni di altri governatori al termine della conferenza delle Regioni e poco prima di quella Stato-Regioni.
"A inizio agosto- spiega Chiamparino- abbiamo firmato un patto d'onore col governo con il Patto per la salute che ci ha impegnato, entro il 31 dicembre, a scrivere piani di riordino dei servizi sanitari e ha previsto un fondo da 109 miliardi di euro, con un aumento di circa 2 miliardi e mezzo in più l'anno in più per il 2015 e il 2016 per finanziare il servizio sanitario nazionale. Se si rompe questo patto d'onore si rompe anche il rapporto di fiducia e collaborazione che noi invece vorremmo proseguire". Il presidente della Regione Piemonte rende poi noto di aver scritto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiedendo di mantenere le somme e gli impegni pattuiti e comunica di essersi attivato per un confronto con il governo.
Il governatore del Veneto Luca Zaia promette battaglia: "Provino a tagliare un solo euro alla sanità veneta e mi troveranno personalmente steso di traverso sulla strada che vogliono percorrere di distruzione della sanità in Italia, in particolare dove, come in Veneto, ogni euro risparmiabile è già stato risparmiato senza aspettare i superesperti di turno. Qui da noi ridurre ancora la spesa equivarrebbe inevitabilmente a tagliare l'assistenza agli utenti. Ci pensino bene, prima che possa mettersi in moto una vera rivolta". Zaia non lascia "alcun margine di trattativa" e rivolgendosi al presidente del Consiglio Matteo Renzi, annuncia l'invio di una tabella "talmente chiara che, se solo avrà la bontà di studiarla, gli farà capire i molti perché del nostro totale, secco, immodificabile no".
"E ci sia permesso di dubitare seriamente sull'ennesima promessa che i tagli non saranno lineari. Sinora infatti- incalza- la mannaia è caduta sulla sanità in maniera assolutamente non selettiva, colpendo prima di tutto chi ha già razionalizzato. Il giochino perfido è finito perché attuare un taglio in certi territori è facile come bere un bicchier d'acqua; farlo qui da noi avrebbe conseguenze facilmente immaginabili: il taglio dei servizi alla gente, perché qui il grasso che cola e gli sprechi li abbiamo eliminati da tempo. Il governo vuole ridurre la sanità italiana come tante altre nel mondo dove prima di misurarti la pressione ti chiedono la carta di credito e fanno il benefondi? Ci sta riuscendo perfettamente, ma presentando un conto altissimo ai cittadini: la perdita del diritto costituzionale alla salute".
Zaia indica poi alcune voci di spesa per cui altre aree del Paese hanno costi superiori a quelli del Veneto, prestazioni che raggiungono il +650%, +530%, +200% fino a un minimo di +40% per la ristorazione. E la voragine riguarda sia materiali banali come le garze, sia di alta tecnologia come gli stent coronarici.
"Renzi e il governo di Roma- conclude- tengano ben presente questi dati e troveranno in men che non si dica dove recuperare ben più di tre miliardi da risparmiare. A meno che non preferiscano che qui chiudiamo reparti e compriamo siringhe, cerotti, stent e filo in qualche spaccio tarocco cinese".
Al rispetto dei patti si richiama anche il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro: "Sulla sanità voglio dire una cosa sola: in quest'ultimo periodo col governo abbiamo raggiunto degli accordi importanti. Ora vanno rispettati". Il che non vuol dire, precisa, che "non siamo pronti ad affrontare tutti i discorsi e gli impegni che abbiamo preso sull'efficienza".
(Cds/ Dire)