Roma, 10 set. - E' stato chiarito uno dei meccanismi che, impedendo alle cellule del cervello di "ripulirsi", favorisce l'Alzheimer. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Autophagy, è nato nei laboratori del Nico (Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi) in collaborazione con l'Università di Torino. La malattia è legata all'accumulo nel tessuto cerebrale di peptidi di amiloide. I ricercatori hanno individuato la relazione che lega la presenza di questa molecola ai principali meccanismi di morte e ricambio cellulare.
"Grazie a questo studio abbiamo aperto la strada a nuove ricerche- commentano le ricercatrici del Nico Elena Tamagno e Michela Guglielmotto- occorre infatti indagare i meccanismi molecolari che rallentano lo smaltimento di 'rifiuti', così da favorire il processo di ricambio cellulare di tipo 'positivo' e frenare lo sviluppo dell'Alzheimer. Questi risultati, che confermano l'importanza della ricerca di base, potrebbero aiutare a disegnare nuove terapie che possano curare, o almeno alleviare i sintomi di questa terribile malattia".
Nella malattia di Alzheimer il meccanismo di degradazione che normalmente garantisce il ricambio cellulare è alterato, ma ad oggi non era chiaro il meccanismo molecolare che impedisce alle cellule malate di smaltire i 'rifiuti', che blocca cioè il normale processo di autofagia provocando uno stato di sofferenza. L'accumulo di depositi o detriti cellulari impedisce, anche negli organismi sani, il buon funzionamento delle cellule.
Il gruppo di studiosi, guidato dal direttore dell'Istituto Alessandro Vercelli, ha visto la collaborazione del Dipartimento di Scienze biologiche e cliniche dell'Università di Torino, di ricercatori dell'Università di Catania, Genova, Losanna e della Columbia University di New York.
(Cds/ Dire)