Roma, 8 set. - Articolo tratto da "Il Corriere della Sera". La "linea Maginot" è la diagnosi. Amedeo Bianco, presidente della Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) non ha dubbi: "La competenza della diagnosi è esclusivamente medica, perché i medici sono preparati a questo sulla base di una metodologia cognitiva che è diversa da quella degli osteopati e attraverso una formazione che dura dagli 11 ai 12 anni". Insomma, secondo Bianco, il paziente può rivolgersi a un osteopata solo dopo una valutazione clinica della patologia e dei sintomi da parte di un medico.
"Dobbiamo decidere chi vogliamo preparare alla diagnosi e come lo prepariamo- aggiunge-. Se pensiamo che esistano 50 mila modi di fare una diagnosi, che possano essere attribuiti a figure diverse, poi prepariamoci anche a qualche brutta sorpresa".
Insomma, sull'osteopatia l'approccio dell'ente che disciplina la professione medica è di estrema cautela: "Andiamoci coi piedi di piombo- ribadisce Bianco-, non per spirito conservatore, perché ci siamo spesi molto anche per l'omeopatia, la fitoterapia e l'agopuntura, ma per un principio di garanzia del cittadino".
L'invito alla cautela riguarda anche il riconoscimento dell'osteopatia come professione sanitaria. "Sono molto perplesso sull'eventualità che l'osteopata diventi una figura di primo approccio per i cittadini. Lo dico nell'interesse dei cittadini stessi" aggiunge Amedeo Bianco. Quanto al ddl Lorenzin, la posizione della Federazione sarà di cercare di migliorare la proposta degli emendamenti "in senso garantista- dice il presidente FNOMCeO-, evitando di creare situazioni che ci facciano tornare indietro nel tempo".
(Cds/ Dire)