Roma, 31 ott. - Articolo tratto da "Il Corriere della Sera". Il Forlanini sta per chiudere. Entro la fine dell'anno gli immobili dovranno essere restituiti alla Regione. È la morte annunciata per moltissime specialistiche, tra cui medicina nucleare, chirurgia toracica e oculistica, che il vicino San Camillo non è in grado di assorbire. Per non parlare di molti sofisticati macchinari intrasportabili che andranno al macero.
La dismissione. A denunciare lo spreco di risorse e la mancanza di razionalità è la Uil di Roma e del Lazio che, nell'ambito dell'Osservatorio sulla Sanità, ha monitorato la situazione del San Camillo - Forlanini. Fu l'allora governatore Marrazzo nel 2008 a decidere la dismissione, bloccata poi dalle proteste. Oggi però la fine sembra ormai segnata anche diversi emendamenti sono stati presentati alla Pisana per fermare la dismissione. ½A cosa sarà destinato il Forlanini? - chiede il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Pierpaolo Bombardieri - Qual è la quotazione del nosocomio?». Domande che non hanno ancora una risposta.
Intasamento. Una cosa è certa: la chiusura del Forlanini produrrà un ulteriore intasamento del San Camillo, un ospedale che, denuncia sempre la Uil di Roma e del Lazio, ha bisogno di lavori urgenti. Al Puddu, il grande padiglione dove attualmente si trovano gli ambulatori di chirurgia vascolare, le sale operatorie sono state chiuse per la mancanza di un sistema antincendio. Per mettere tutto a norma servirebbero 80 milioni di euro: ½Nel frattempo - ha spiegato il segretario regionale della Uil Paolo Dominici - è in azione una squadra per le emergenze, 24 ore su 24, dai costi elevatissimi».
Sprechi. Sempre in tema di sprechi non va dimenticato che al San Camillo è stato acquistato e installato un sistema elettronico di accesso per i dipendenti che però non è mai entrato in funzione per oscuri motivi. ½Così non si tagliano gli sprechi - ha detto Bombardieri -, si sopprimono, invece, servizi fondamentali e di pubblica utilità».
(Cds/ Dire)