Roma, 31 ott. - Articolo tratto da "Quotidiano Sanità". Dopo il documento "Per una sanità più equa e solidale: tagli agli sprechi e tutela dei servizi" pubblicato ieri, arriva oggi un nuovo testo uscito dalla due giorni della kermesse renziana alla Leopolda.
Ricordiamo che, tra i 'famosi' 100 Tavoli di discussione, ben sei riguardavano la sanità. Quello che pubblichiamo (vedi allegato) oggi è il resoconto del Tavolo 12, coordinato da Filippo Crimì, aventa per tema "Formazione professionisti Ssn e programmazione sanitaria".
Il documento propone un nuovo modello di formazione attraverso 12 punti punti che riportiamo qui di seguito: 1. Insegnamento e formazione non solo accademica ma anche ospedaliera, calata sul territorio così da dare ai futuri professionisti sanitari una preparazione completa.
2. Selezione per l'entrata nelle facoltà basata su un metodo oggettivo.
3. Aggiunta di una valutazione motivazionale a intraprendere il corso di studi in medicina, da inserirsi nel percorso scolastico delle superiori, attraverso un colloquio. La valutazione non inciderà sul punteggio d'ammissione alla facoltà.
4. Definizione precisa degli ambiti professionali anche attraverso una riforma degli ordini.
5. Dare maggiori responsabilità e ambiti di competenza, legalmente definiti, alle professioni sanitarie (infermieri, logopedisti, tecnici radiologi, ostetrici e fisioterapisti) così da creare il vero team-working che permetta di migliorare l'assistenza al paziente.
6. Introdurre un meccanismo concorsuale più oggettivo e meritocratico con valutazione anche a posteriori del personale neoassunto.
7. Minor influenza della politica regionale nelle scelte sanitarie: concorsi pubblici per la selezione dei direttori generali e bandi di gara regionali o nazionali per cartelle cliniche informatizzate e forniture ospedaliere.
8. Aumentare l'efficienza del sistema pubblico per poter ridurre l'utilizzo dei fondi regionali verso il privato convenzionato.
9. Rivalutazione del sistema di bilancio delle società pubbliche perché non corrispondente al bilancio regionale, questo impedisce la valutazione di previsione di uscite ed entrate.
10. Inserire un percorso di dottorato e alta formazione scientifica che possa essere frequentabile insieme alle specializzazioni mediche.
11. Spostamento delle cure da una visione ospedalocentrica ad una assistenza sul territorio, improntata alla semplicità di accesso ed alla cura delle patologie croniche.
12. Finanziare la frequenza ai corsi di specializzazione di ambito sanitario non medico come già per legge disposto anche per prevenir contestazioni e ricorsi.
(Cds/ Dire)