Roma, 31 ott. - Le modalità che hanno portato all'istituzione di "aree di degenza a bassa e media intensità di cure a diretta responsabilità organizzativa infermieristica" presso alcuni ospedali della Capitale suscita perplessità da parte dell'Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma.
Questo il motivo per cui il presidente dei medici capitolini, Roberto Lala, ha chiesto già nei giorni scorsi un incontro con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e con il Direttore Generale della Salute ed Integrazione sociosanitaria, Flori Degrassi, allo scopo di avviare un confronto sull'attuazione di tali aree e sulle criticità evidenziate dal mondo medico, di cui l'Ordine non può non tener conto.
Per l'Ordine dei medici di Roma è indispensabile che qualsiasi riorganizzazione delle competenze inserite nel percorso diagnosi-terapia-assistenza avvenga ascoltando prioritariamente coloro che a monte ne disegnano e detengono la responsabilità, con l'obiettivo di tutelare nel modo più efficace e deontologicamente corretto la salute e le aspettative del paziente. Pertanto, ritiene assolutamente necessario che da parte della Regione siano ascoltate la voce e le indicazioni della categoria medica nelle sue varie espressioni professionali.
"C'è un pericolo reale- avverte Lala- ovvero che senza questo confronto preventivo si attui una riorganizzazione funzionale e di competenze basata soltanto su un teorico risparmio economico, creando sovrapposizioni o interruzioni nella definizione e nel monitoraggio del percorso che dalla diagnosi arriva alla cura/guarigione del paziente. Non si tratta di una difesa corporativa ma di assolvere ad un preciso compito dell'Ordine come organo ausiliario dello Stato posto a tutela sia dei cittadini che della professione medica. Senza condivisione, si rischia soprattutto di creare delle aree grigie per quanto attiene le responsabilità. Da qui la nostra preoccupazione per la salvaguardia della salute del paziente. In questo senso chiediamo che siano finalmente tracciati, con precisione e a tutti i livelli istituzionali, i confini della responsabilità medica, coinvolta ormai in una situazione patologica di conflitto quotidiano con il paziente. Conflitto alimentato da un'informazione improntata allo scandalo e all'individuazione a tutti i costi del capro espiatorio; fomentato dagli interessi di alcuni studi legali; favorito dalla facilità di avviare procedimenti penali e di richiesta danni anche quando non sussistono elementi concreti e certi di colpa del medico".
L'Ordine auspica che i vertici della Regione Lazio, che finora hanno sempre dimostrato attenzione alle criticità segnalate, recepiscano questa fondata preoccupazione e si rendano disponibili a individuare congiuntamente le modalità più idonee a sviluppare ancor più una positiva sinergia e armonia tra lavoro medico e infermieristico, offrendo al paziente continuità e qualità assistenziale in tutti i suoi passaggi, senza salti di competenza professionale e pericolose lacune di responsabilità. Infine, l'Ordine chiede che sia garantita l'intangibilità di tutte quelle competenze che, per formazione, specializzazione ed esperienza, nonché per adesione ai canoni deontologici, possono essere esercitate esclusivamente dal medico.
Leggi la lettera del presidente Lala alla Regione Lazio (Cds/ Dire)