(DIRE) Roma, 28 ott. - Il pericolo "puo' arrivare dagli aeroporti", ma il nostro Paese "e' pronto ad affrontare una possibile epidemia di Ebola" e la Croce Rossa Italiana non si farebbe certo trovare impreparata. Ad affermarlo con certezza e' Francesco Rocca, presidente nazionale della CRI, interpellato dall'agenzia Dire.
In Italia, sostiene Rocca, attualmente si stanno "implementando le misure. Il rischio negli aeroporti c'e' ma ci sono delle squadre pronte ad intervenire- ha detto ancora Rocca- E la Croce Rossa fa parte di questo sistema. Ci sono cautele e procedure come sono previste dalle linee guida internazionali.
Questo non vuol dire che non possa arrivare la malattia, che ha un periodo di incubazione. Il rischio c'e', e' una probabilita'. Ma abbiamo anche eccellenze sanitarie riconosciute a livello internazionale. Come lo Spallanzani di Roma: in Italia, a proposito dell'infettivologia, non abbiamo nulla da imparare".
Delle ultime ore e' la notizia della quarantena a cui vengono sottoposti a Vicenza, presso la base militare, 11 soldati Usa al ritorno dalla Liberia: "È una procedura standard- commenta Rocca- Anche il nostro personale, quando va a lavorare in quei territori, deve stare in quarantena. È un protocollo".
Rocca, dall'alto della sua esperienza, ribadisce come siano piu' a rischio gli aeroporti che le coste italiane per i viaggi 'della speranza' che arrivano ininterrottamente in Sicilia: "Consideriamo le rotte di provenienza, consideriamo l'incubazione: la malattia, se arrivera', non sara' da immigrati o richiedenti asilo, ma attraverso gli aeroporti". Il presidente della CRI indica la rotta da seguire: "Bisogna seguire le direttive che gia' ci sono ed esserne rispettosi. È una malattia infettiva che ha una sua contagiosita'. Bisogna intervenire in maniera massiccia. Oggi tutti rispondono presi dal panico, ma bisogna dire che l'allarme per l'epidemia e' partito gia' prima dell'estate".
La Croce Rossa Italiana e' in allerta ormai da tempo: "A livello nazionale abbiamo le nostre strutture di biocontenimento, abbiamo pronte delle squadre, in Sicilia, a Roma, a Milano...
Sono pronte per intervenire anche negli aeroporti. La presenza in Sicilia e' solo prudenziale". La Croce Rossa e' "sempre vicina al Paese. Ci sono squadre di volontari, e dipendenti, al lavoro solo su questo. Noi siamo pronti 365 giorni l'anno, oggi stiamo rafforzando la nostra collaborazione con il ministero della Salute e con quello della Difesa".
Rocca e' d'accordo con il fatto che il personale di assistenza sia quello piu' a rischio "perche' fa un lavoro che lo mette in queste condizioni. I rischi ci sono sempre, il personale lo sa bene. E responsabilmente si assume questo peso nel momento in cui prende in carico questo servizio. E comunque e' sempre importante rispettare i protocolli. Come personale, come sistema sanitario del Paese, siamo straordinariamente capaci e responsabili. Ci auguriamo sempre che non ci siano errori procedurali come successo altrove".
La Croce Rossa, inoltre, sempre a proposito di Ebola, sta lavorando "per intensificare la nostra presenza sul posto. Stiamo selezionando personale italiano da inviare in Sierra Leone, del resto siamo impegnanti dall'inizio di questa crisi. Sotto questo aspetto, oltre ai presidi ospedalieri e alle strutture accoglienza, stiamo lavorando per formare oltre 4mila operatori locali che lavorando su prevenzione e trattamento della inumazione. Tra le altre cose, infatti, la perdita di fluidi e' fonte di contagio importante. E per abbassare la tensione la Croce Rossa si fa carico di questo aspetto. Il 95% dei decessi e' trattato dalla Croce Rossa".
Sul futuro, sempre a proposito di Ebola, Rocca e' chiarissimo: "Ad oggi abbiamo coperto il 35% del fabbisogno per rispondere all'epidemia. Se non si interviene in loco, le previsioni per il futuro non sono rosee. Importantissimo e' fare corretta informazione".
(Gas/ Dire)