(DIRE) Roma, 23 ott. - Racchette da tennis in titanio, scarponi da sci e nuovi attacchi, campi di calcetto in erba sintetica. Non sempre i materiali tecnici di ultima generazione aiutano lo sportivo a rimanere in salute. Con il perfezionamento delle attrezzature, che in apparenza migliorano il gesto sportivo, non e' diminuito il numero degli infortuni, ma solo variate le tipologie. Non solo. "A cambiare, nel corso degli anni- fanno sapere gli esperti- anche l'età anagrafica dei pazienti che si recano in ambulatorio con lesioni". Per saperne di più la Dire ha intervistato Andrea Grasso, medico chirurgo specialista in Ortopedia e Traumatologia.
- Sono aumentati i traumi di origine sportiva? "Sì, per due motivi: il primo è per il tipo di vita che si conduce, nel senso che oggi lo stare bene è ritenuto un valore sempre più indispensabile e per questo sempre più persone praticano sport; il secondo, invece, riguarda l'allungamento della vita media, quindi mentre prima il 70enne era ritenuto anziano e non faceva nulla, adesso gli ambulatori sono pieni di persone di quell'età che vanno a giocare a tennis oppure a sciare".
- Incide anche una maggiore conoscenza delle patologie da parte degli specialisti? "Indubbiamente. Fino a qualche anno fa determinate patologie erano considerate non trattabili. Basti pensare alla 'periartrite della spalla', una definizione che ancora oggi si usa nonostante risalga al 1872: ebbene, mentre anni fa si pensava che il paziente con tale infiammazione dovesse tenersela, adesso ci sono invece tantissime persone di ogni fascia di età che si operano con successo a questo tipo di disturbo".
- Si sono diversificate nel corso degli anni le tipologie degli infortuni? "Assolutamente sì. A tale proposito è interessante analizzare cosa sta accadendo nello sci: tanti anni fa c'erano moltissime fratture di tibia perché lo scarpone, arrivando a metà gamba, faceva leva proprio sulla tibia e spesso la rompeva. Negli ultimi 20 anni, invece, essendo cambiati gli attacchi degli scarponi, il problema si e' spostato sul ginocchio e tante persone cadendo dagli sci si rompono il crociato".
- I nuovi materiali tecnici, insomma, hanno un peso sulle lesioni da sport? "Direi proprio di sì. Per esempio la moda delle tavole da snowboard oppure gli sci da carving, che consentono curve molto rapide e inclinate, portano spesso a farsi male agli arti superiori. Così a risentirne sono soprattutto spalle, gomiti e polsi. Ancora una volta, percio', la diversificazione della tipologia degli infortuni e' collegata ai nuovi materiali tecnici".
- Cos'è cambiato nel calcetto, lo sport in assoluto più praticato dagli uomini nel tempo libero? "Anche nel calcetto è cambiato molto, ma questa volta in positivo: prima si assisteva a frequenti rotture del crociato perché sul materiale sintetico, rispetto alla terra battuta, il piede s'impuntava e il ginocchio - rotando sul piede fermo - portava alla rottura del legamento crociato. Ora invece nei campi di ultimissima generazione questo sta avvenendo molto meno".
- Quanto al tennis? "Con le nuove racchette da tennis sono cambiate le patologie da sovraccarico e i microtraumi. In questo sport a risentirne per prima è ovviamente la spalla, soprattutto durante la fase della battuta: quando c'è il movimento del braccio verso l'alto, infatti, si esercitano forze che sui tendini del bicipite e della cuffia danno delle tensioni enormi. Non si ha quasi mai una rottura netta da trauma, ma una rottura nel tempo dovuta a microtraumi ripetuti".
- È più difficile farsi male in palestra? "In palestra è fondamentale essere seguiti correttamente: se vengono fatti esercizi con carichi di lavoro importanti, e se non vengono eseguiti con una corretta postura o con gesto adeguato, si va incontro a grossi problemi a livello articolare. Bisogna avere un occhio di riguardo anche alla spalla, se si sta sulla panca con i bilancieri. Anche in questo caso un sovraccarico nel tempo può portare a una lesione dell'articolazione".
(Cds/ Dire)