Roma, 13 ott. - Articolo tratto da "Il Corriere della Sera". Nelle cause civili di malasanità, ricade sul paziente l'onere di provare la colpa del medico, e per agire in giudizio ci sono non più dieci anni di tempo ma solo cinque: con una sentenza che cambia un ventennio di giurisprudenza italiana il Tribunale di Milano rivoluziona il sistema della responsabilità civile da ½malpractice medica» a seguito della legge Balduzzi del 2012, alleggerisce i rischi gravanti su centinaia di migliaia di medici ospedalieri, e determina due importanti novità per i pazienti in causa.
Sono tutte conseguenze del fatto che la sentenza qualifichi la responsabilità del medico ospedaliero come ½extracontrattuale da fatto illecito» (articolo 2.043 Codice), e non ½contrattuale» (articolo 1.128) come avveniva per il medico in base alla teoria del ½contatto sociale» e per l'ospedale in base all'idea di contratto obbligatorio atipico di ½assistenza sanitaria» perfezionabile già con la sola accettazione del malato in ospedale. L'effetto era che spesso il medico vedeva porre a suo carico l'obbligazione di risarcire il danno anche quando non era in grado di provare che avesse ben operato o che il danno fosse derivato da una causa a lui non imputabile.
Ma ½tale inquadramento - ragiona ora il Tribunale milanese in un caso di paralisi di corde vocali nel 2008 al Policlinico di Milano, risarcito con 44.000 euro -, unito all'accresciuta entità dei risarcimenti liquidati, ha indubitabilmente comportato una maggiore esposizione di tale categoria professionale al rischio di dover risarcire danni anche ingenti, con proporzionale aumento dei premi assicurativi. Ed ha involontariamente finito per contribuire all'esplosione del fenomeno della cosiddetta "medicina difensiva" come reazione al proliferare delle azioni di responsabilità promosse contro i medici».
(Cds/ Dire)