Roma, 17 nov. - "Poche soluzioni concrete e tanta confusione di ruoli e competenze, con i medici sempre più demansionati. E' un'operazione demagogica e poco efficace che non aiuta la sanità regionale, ma rischia di peggiorarla". Così il Segretario Regionale CIMO LAZIO Giuseppe Lavra commenta la riorganizzazione socio-sanitaria della Capitale presentata dal presidente della Regione Nicola Zingaretti insieme al sindaco Ignazio Marino, spiegando nel dettaglio le preoccupazioni della CIMO.
"Temiamo che mentre si continuano ad aprire le Case della Salute, con destinazione d'uso ancora tutta da definire, si stiano chiudendo gli ospedali - prosegue Lavra - attraverso i nuovi atti aziendali che sembrano tagliare sempre più servizi sanitari. Nutriamo seri dubbi sul fatto che i 18 ambulatori che Zingaretti e Marino pubblicizzano come 'una rivoluzione per i cittadini, aperti 10 ore al giorno nei weekend, festivi e prefestivi', siano realmente utili. Questi ambulatori ricordano i percorsi blu nei pronto soccorso della giunta Polverini, che sono stati un clamoroso fallimento e sono costati allora 2,5 milioni di euro di soldi pubblici".
Inoltre, CIMO vuole ricordare al commissario ad acta, che "prima di denunciare, come spesso fa, l'eccesso di primari, si ricordi che a istituirli è stata proprio la politica, che da 20 anni è padrona assoluta del sistema sanitario". "E siamo proprio sicuri - conclude Lavra - che siano i primari a generare gli sprechi? Zingaretti tenga a mente che oltre l'80% degli attuali primari del Lazio sono solo supplenti e non sono affatto pagati per le funzioni che svolgono. Lo invitiamo, quindi, a tenere in migliore considerazione i medici e gli chiediamo anche di adoperarsi affinché la categoria sia più rispettata nel suo ruolo e competenze presso le sue aziende sanitarie, piuttosto che demansionarla fino all'umiliazione, come sta accadendo con determinate innovazioni organizzative di stampo demagogico e anche ideologico".
(Cds/ Dire)