(DIRE) Roma, 5 nov. - "Il nuovo decreto di riordino della rete ospedaliera dichiara finalmente concluso e archiviato il tempo delle macro aree e opera alcune scelte su cui ci siamo battuti come un primo riequilibrio dei posti letto tra Roma e le Province e una modernizzazione del sistema dell'emergenza.
Finalmente, inoltre, vengono riconosciute alcune specificita' quali Subiaco, Bracciano, Amatrice e Acquapendente che diventano 'ospedali di zona disagiata' con una organizzazione adeguata a rispondere nell'immediato alle richieste dell'utenza.
Complessivamente, ad una prima lettura, la riorganizzazione pare essere supportata, oltre che di analisi di contesto epidemiologico, anche di buon senso e rispetto per i diritti dei cittadini. Diversi sono anche pero' i punti che non ci convincono, come le scelte fatte sulla Asl RmA, sul Campus bio-medico, il rapporto con i policlinici, solo per citarne alcuni. Quello che pero' fa nascere i dubbi maggiori e' la scelta di 'spostare' attivita' e personale senza che ci si ponga neppure lontanamente il dubbio di attivare relazioni sindacali e criteri di trasparenza. L'impressione che deriva, scorrendo il testo, e' che il personale sia una variabile strumentale privo di diritti e regole contrattuali". Lo dichiarano, in una nota, Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl.
"La questione- proseguono i sindacati- risulta ancora piu' sgradevole in quanto da una Regione che, per la prima volta tende a invertire la tendenza e riconoscere pari dignita' ai suoi cittadini in qualsiasi provincia risiedano, ci saremmo aspettati altrettanta attenzione asl confronto con le organizzazioni sindacali e ai diritti dei lavoratori. Speriamo infine che alle parole sentite anche dal ministro Lorenzin sullo sblocco del turn over senza il quale anche questo riordino dara' di difficile applicazione seguano finalmente i fatti. Ci spettavamo che almeno sui 3.000 precari del Lazio ci fosse una risposta, anche per questo sabato saremo in piazza con Cisl e Uil con i lavoratori dei servizi pubblici per cambiare le norme nazionali e il 14 saremo sotto la Regione Lazio per chiedere un cambio di passo anche al Governo regionale".
(Com/Rel/ Dire)