Roma, 21 mar. - "Ho chiesto al Ministro Lorenzin, con un'interrogazione a risposta immediata in Commissione Affari Sociali, risposte certe sul futuro della Croce Rossa Italiana". Lo dice la deputata Ileana Piazzoni di Sinistra Ecologia e Libertà. "La procedura di privatizzazione dell'Ente- prosegue-, attraverso il decreto 178/2012, ha suscitato fin dal principio una serie di perplessità, con particolare riferimento ai diritti e alle garanzie del personale in servizio nelle diverse componenti. Come denunciato dalle organizzazioni sindacali, la scarsa chiarezza nell'applicazione della legge sta legittimando comportamenti contraddittori e difformi. Per i lavoratori dei comitati locali e provinciali, i soli ad oggi effettivamente privatizzati, si riscontra la concreta possibilità di licenziamenti e mancate stabilizzazioni, tutto ciò naturalmente a discapito dei servizi essenziali per i cittadini".
"Per questo- aggiunge la parlamentare di Sel- ho voluto risollecitare un intervento del ministero affinché vengano adottate al più presto iniziative capaci di tutelare i livelli occupazionali e la qualità dei servizi erogati. La risposta del sottosegretario De Filippo, che ha assicurato provvedimenti futuri, capaci di chiarire le modalità di impiego del personale CRI presso i comitati locali e provinciali, dovrà essere seguita da un intervento immediato e concreto del Ministero per poter essere definita soddisfacente. I lavoratori a tempo indeterminato dovranno essere tutelati dalla possibile disparità di trattamento che potrebbe verificarsi con l'esercizio del diritto d'opzione sancito nella normativa in vigore, il quale li obbliga a scegliere, con assoluta incertezza per il futuro, tra il passaggio al comitato centrale o ai comitati regionali, l'assunzione con contratto privato nei comitati locali o provinciali, oppure la messa in mobilità presso altre pubbliche amministrazioni".
"Resto fermamente convinta dell'esigenza di una riforma strutturale della Croce Rossa Italiana, che ne migliori l'efficienza, ne riduca gli sprechi e impedisca distorsioni gestionali. Questo processo di privatizzazione si colloca però, come ho evidenziato spesso, in una strada che tende a peggiorare la situazione. Vorrei portare ad esempio quanto sta accadendo al CEM. Questo centro per terapie riabilitative complesse, in cui lavoratori altamente specializzati (e dunque difficilmente sostituibili) stanno per perdere ogni garanzia, rischia conseguenze disastrose per il servizio prestato a moltissimi pazienti con gravi disabilità. Casi come quello citato dimostrano come la riforma della CRI non possa assolutamente risolversi nell'ennesima situazione caotica al di fuori di ogni necessaria e basilare certezza del diritto. Per questo ritengo necessario un deciso cambio di rotta del Ministero sulla privatizzazione in corso- conclude Piazzoni-, al fine di valutare con attenzione la ricaduta pratica sui diritti dei lavoratori e sui servizi essenziali per i cittadini".
(Cds/ Dire)