(DIRE) Roma, 6 mar. - "Oggi è una giornata storica perché per la prima volta, da quando posso ricordare a memoria, è stato sottoscritto un protocollo tra l'Ordine dei Medici e l'Ordine degli Avvocati per cercare di andare incontro alle due esigenze più importanti che esistono per una popolazione in un Paese civile: il diritto a essere curati e il diritto a essere comunque garantiti dalla Giustizia". Così Roberto Lala, presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, intervistato dalla Dire a margine dell'iniziativa congiunta tra l'Ordine dei Medici di Roma e l'Ordine degli Avvocati dal titolo: "Avvocati e medici: un patto per migliorare la professione", che si è svolta oggi a Roma presso l'aula avvocati del Palazzo di Giustizia in piazza Cavour.
"In questo momento di grande conflitto- prosegue Lala-, in cui tutti i giorni sui giornali si legge di controversie tra medici e pazienti e tra medici e avvocati, credo che se i due ordini riescono a mettersi insieme, tutelando non solo la professione ma anche il paziente che si trova al centro di questo sistema, è una buona cosa". Questa situazione di conflitto tra le due categorie, secondo Lala, "non è stata indotta né dai medici né dagli avvocati, che tra l'altro sono coloro che ne subiscono i danni, e in ogni caso va a svilire entrambe le figure professionali".
"Io sono un medico- aggiunge il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma- ed è evidente che primariamente mi preoccupo di quello che è il ruolo del medico. I miei colleghi oggi vivono in una situazione di disagio che non è più accettabile: vivere continuamente il rapporto con il paziente come se dovesse essere un rapporto non più di scambio e di informazioni a sua tutela, ma di ricerca della micro informazione che potrebbe essere sfuggita, e che un domani potrebbe essere contestata da qualcuno, non è più possibile. Questa situazione va infatti a recare un danno fortissimo sia al paziente sia al professionista, facendo perdere ad entrambi del tempo prezioso".
Per Lala c'è bisogno di "difendere entrambe le categorie per cercare di trovare quei punti di incontro che tutelino il diritto del cittadino ad essere risarcito quando c'è un danno", ma c'è anche bisogno di "evitare la ricerca assoluta del danno anche quando questo non c'è. Questo è di per se stesso un danno all'intero sistema e all'intero Paese, perché sta facendo esplodere i costi della sanità e della magistratura. Non c'è dubbio, infatti, che più processi facciamo e maggiori sono i costi".
"Insomma- conclude Lala-, si tratta di un danno estremamente grave che però penso possa essere arginato con questo protocollo, grazie al quale forse le istituzioni ci ascolteranno con maggiore attenzione".
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(Cds/ Dire)