Roma, 5 mar. - Assemblee tra le più affollate, ieri, tra medici e personale paramedico dell'ospedale Fatebenefratelli dell'isola Tiberina, l'ultimo rimasto nel centro storico di Roma e affossato da mesi per le tensioni tra la proprietà, la Regione Lazio e un disavanzo da 270 milioni. Con la beffa del contemporaneo via vai delle botti d'acqua potabile che rifornivano il nosocomio, rimasto a secco per una guasto delle tubature Acea a Trastevere. E con le sale operatorie rimaste per metà ferme "causa interruzione servizio idrico".
In almeno duecento si sono riuniti per quasi quattro ore in vista della mobilitazione generale dei dipendenti dell'ospedale prevista per il prossimo 10 marzo, giorno in cui la proprietà dovrebbe presentare un secondo piano di ristrutturazione dopochè il primo, che prevedeva 170 licenziamenti tra medici e infermieri, è stato bocciato dalla Regione.
Medici, infermieri, sindacalisti, a turno hanno parlato nella Sala Assunta dell'ospedale, uniti e preoccupati nel reclamare a viva voce "un'idea di futuro" dello storico e un tempo prestigioso ospedale, l'ultimo rimasto nel centro storico di Roma dopo la chiusura del San Giacomo.
Alcuni esponenti sindacali hanno fatto emergere alcuni degli ultimi conti presentati nella giornata di ieri dall'amministrazione dell'ospedale, dove è emerso che su un fatturato di circa 110 milioni di euro per l'anno 2013, gli stipendi dei lavoratori incidono solo per 55 milioni di euro. E che dunque il precedente piano di ristrutturazione "lacrime e sangue" presentato dalla proprietà che puntava direttamente a licenziare 170 dipendenti e tagliare servizi alla collettività per far quadrare i conti e tornare in attivo non trova giustificazioni neanche con bilanci alla mano. Non a caso nei mesi scorsi è stato stoppato dai vertici regionali.
Secondo i conti dei sindacalisti, al Fatebenefratelli le uscite complessive dell'ultimo anno 2013 sono state pari a 118 milioni di euro e dunque, con un fatturato di 110 milioni di euro, l'unico disavanzo riconosciuto è di circa 8 milioni ed è su quelli che, secondo sindacati e dipendenti dell'ospedale, "bisogna lavorare" per portare l'azienda al pareggio. A quale costo? Il problema sul tavolo è anche il fatto che la proprietà insiste perchè questi 8 milioni vengano comunque "addossati" ai dipendenti dell'ospedale e colmati da subito aumentando le attività a pagamento nell'ospedale e tagliando all'osso prestazioni sociali a basso profitto. Incubo licenziamenti a parte. "E anche se accettassimo queste direttive sui maggiori profitti a spese dei pazienti, se i lavoratori dell'ospedale entro fine 2014 non riuscissero a rientrare di questi 8 milioni in rosso, cosa intenderà fare la proprietà?" questa una delle domande ricorrenti nel corso dell'assemblea.
Al termine delle quasi quattro ore di assemblea la decisione presa è stata di organizzare per il prossimo lunedì 10 marzo una grande mobilitazione o sotto il ministero della Sanità o sotto la sede della regione Lazio. Giornata scelto non a caso, perchè in quella data è previsto il tavolo triangolare composto da Regione Lazio-proprietà dell'ospedale per discutere sul nuovo piano di ristrutturazione dell'ospedale proposto dall'amministrazione dell'ospedale.
E su tutto ciò però incombe un debito pregresso dell'ospedale pari a 270 milioni di euro. "Concordato fallimentare sul modello Idi (l'ospedale dermatologico cattolico che lo scorso anno portò i libri in tribunale, dopo gli arresti dei vertici ndr) o taglio ai costi del personale in tre anni di 12 milioni di euro". Sono questi i due scenari emersi durante l'incontro tra la proprietà del Fatebenefratelli-Isola Tiberina e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, riuniti ieri per discutere il futuro della struttura, che ha accumulato un indebitamento complessivo di circa 270 milioni di euro.
Secondo Antonio Cuozzo, sindacalista Cisl Fp Roma, che oggi ha partecipato all'assemblea dei lavoratori, "è ora di leggere carte e bilanci, perchè la situazione è complicata e temiamo si voglia uscire dalla crisi tagliando solo sul personale - ha spiegato in una notta diffusa dalle agenzie - la prossima settimana ci sarà un tavolo triangolare in Regione, ma non vorrei che a pagare fossero i lavoratori, anche perchè sono due anni che i lavoratori combattono tra ritardi negli stipendi, tagli e annunci. Quello che sta succedendo al Fatebenefratelli è un film già visto".
Nei giorni scorsi polemiche e proteste avevano suscitato la chiusura definitiva, dopo un anno di stop per lavori per la messa in sicurezza, del reparto di psichiatria e del blocco del day hospital di odontoiatria, deciso dalla proprietà dal primo gennaio del 2014. E qui i genitori di pazienti disabili che si sono visti respinti, dopo mesi di lista d'attesa, hanno minacciato di far intervenire i carabinieri e i medici sono riusciti a far riaprire la sala operatoria.
(Cds/ Dire)