Roma, 3 mar. - Farmaci, liste di attesa, nomine di primari e direttori generali, appalti di beni e servizi. Sono queste le aree più a rischio di frodi in sanità. E per fermare il fenomeno non bastano i codici penale e civile. "Perché quello della sanità è un settore molto vasto- spiega Fausto Nicolini emiliano vice presidente della Fiaso, la Federazione aziende saniatrie e ospedaliere- ci sono diversi interessi, si pensi che rappresenta l'80% del bilancio delle Regioni".
È difficile difendersi? "Se non si adottano regole ferree sì. Abbiamo parecchi fronti che possono essere attaccati, dagli acquisti dei cateteri agli appalti per il cibo, ma anche l'assistenza domiciliare fino alle gare per il lavaggio delle lenzuola. Da noi si mettono su veri e propri cantieri".
E poi c'è il personale? "C'è tutto e tutto va verificato utilizzando anche altri mezzi oltre i codici. Questo piano serve soprattutto a costruire una cultura della legalità nel nostro mondo. Dove il maggiore protagonista è il paziente. Direi, la salute pubblica".
Quindi dovrete far ruotare i dirigenti per evitare rapporti consolidati con gli esterni? "Sì, mi sembra una buona idea. Nessuno deve sentirsi al sicuro".
Il piano prevede anche delle coperture per chi segnala quello che non va, ce la farete? "Sarà la cultura dell'anticorruzione ad aiutarci. Il caso viene portato in disciplina e poi ci si muove".
Questo piano fa pensare che prima non ci fosse nulla per fermare il malfattori, non crede? "Diciamo che è uno strumento nuovo che dà maggiori responsabilità ai vertici e alla base di una Asl. Ci si deve provare. Il pianeta sanità, come ho detto, è appetitoso. I supercontrollori non avranno solo questo come compito ma, mettendoli in ogni servizio dovrebbero diventare una garanzia".
Da noi i controllori diventano, in genere, i più corrotti o no? "Certo è che ci si doveva dotare di un altro strumento se ogni anno la sanità perde tante risorse in frodi e truffe".
Un'idea vincente per fermare il malaffare? "Le Asl dovrebebro unirsi negli acquisti. Da me 7 aziende, tra Modena, Reggio Emilia, Piacenza e Parma, comprano insieme e stoccano sempre insieme in un magazzino. Parliamo di rifornimenti per un'area di due milioni di persone. Così è meno facile truffare. Fatichiamo spesso a metterci d'accordo ma poi nella contrattazione siamo più forti e la trasparenza e è garantita".
(Cds/ Dire)