Roma, 28 mag. - Trasferire nel nostro Paese il modello d'oltralpe senza quindi il test d'avvio per l'ingresso nella facoltà di Medicina, con il primo anno ad accesso libero e successivamente con una selezione in base al merito e agli esami sostenuti, lascia perplessa il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. E questo essenzialmente per due motivi: il primo secondo Lorenzin "è che le nostre Facoltà di Medicina sono fortemente interdisciplinari e quindi sono state costruite per avere un rapporto diretto tra lo studente e il medico, cioè il professore, sul campo. È evidente che se noi passassimo all'improvviso all'abolizione del numero chiuso, con un aumento di 70-80.000 studenti anche solo per il primo anno, questa interdisciplinarità tipica del nostro sistema verrebbe meno. E' un problema grande perché adattare a questo le università in tempi immediati significherebbe fare un grosso investimento economico, che mi pare non ci sia, visto che non si riescono a coprire gli specializzandi".
Il secondo problema per la responsabile della Salute "è che dovremmo ipotizzare un diverso modo di programmare: in questi anni abbiamo pensato a un certo numero di borse di specializzazione per tot studenti. Sia per le specialità che per la medicina generale. E poi un ingresso nel mondo professionale, che è stato tra l'altro fermato dal blocco del turn over. Quindi questa cosa andrebbe vista nel suo insieme: se si pensa a un modello come quello americano o francese, in cui c'è la soglia al primo anno di università, ma già al liceo c'è una preparazione e una specie di lavoro di selezione, poi però l'università costa molto di più. Ho visto preoccupazione da parte dei giovani medici, dei professori".
"Durante la campagna elettorale- conclude Lorenzin- non ne ho voluto parlare, ma prima di partire con una riforma del genere voglio capire bene come si immagina di poterla impostare".
(Cds/ Dire)