(DIRE) Roma, 26 mag. - "Dal 2001 è stato un susseguirsi di norme e leggi per il controllo delle liste di attesa sia per le prestazioni diagnostiche che per le visite specialistiche. A oggi un'analisi dettagliata dei tempi d'attesa dà risultati davvero sconfortanti che in questa sede non è il caso di ripetere. Piuttosto dovrebbe essere l'istituzione regionale a far sì che le strutture sanitarie rispettino i vincoli d'attesa dettati dalla legislazione centrale e condannare quelle stesse strutture che non li rispettano sanzionando gli stessi manager che le dirigono". E' quanto riportato, in una nota, della Segreteria provinciale di Roma della Fials.
"Dovrebbero essere gli stessi ispettori regionali a stilare una classifica delle prestazioni erogate fuori tempo massimo, ossia 60 giorni nei distretti di appartenenza e 30 nella Asl, e al contempo accertarsi della miriade di liste bloccate e imporre la sanzione amministrativa al direttore generale. Al contempo- precisa la Fials- quegli stessi ispettori dovrebbero inviare una nota di demerito per le strutture con gli appuntamenti chiusi contando che in questo caso specifico si profila platealmente il reato penale. Ci infastidisce ribadire al presidente del Lazio Nicola Zingaretti che l'apertura di alcune Case della salute non ha portato alcun miglioramento: è difficile far funzionare strutture senza gli opportuni finanziamenti. Purtroppo la Regione così ha fatto. Mettere una targa e chiamare Casa della salute un ambulatorio di prossimità serve a poco o niente".
(Com/Mel/ Dire)