(DIRE) Roma, 4 lug. - Sono 13 i bambini salvadoregni sottoposti a intervento cardiochirurgico da una èquipe di specialisti e infermieri del Bambino Gesù nell'ambito del progetto di cooperazione con l'Hospital de ninos Benjamin Bloom di El Salvador. Dal 21 al 30 giugno 2014, i piccoli pazienti di età compresa tra un mese di vita e i 16 anni, tutti affetti da cardiopatia congenita complessa, sono stati operati dai medici dell'ospedale della Santa Sede con la collaborazione del personale sanitario locale che è stato formato ad affrontare in autonomia- una volta terminata la missione- casi simili.
Nonostante la capitale dello Stato centroamericano, San Salvador, sia dotata di un ospedale pediatrico nazionale, ad oggi non sono stati attivati programmi stabili per il trattamento chirurgico dei bambini affetti da cardiopatia congenita: El Salvador è quindi una di quelle Nazioni costrette a trasferire i pazienti in altri Paesi del Centro America oppure a ricevere delegazioni di medici dall'estero per poter soddisfare la domanda di salute della popolazione. L'èquipe del Bambino Gesù, composta dal cardiochirurgo Sasha Agati, responsabile della struttura complessa di Cardiochirurgia del Bambino Gesù di Taormina, da un anestesista, da un tecnico per la circolazione extracorporea e da tre infermiere, ha avuto a disposizione 8 posti letto e 2 sale operatorie all'interno del reparto di Terapia intensiva dell'ospedale Bloom.
Tutti gli operatori sanitari locali coinvolti nel progetto promosso dal servizio di attività internazionali dell'ospedale romano, hanno preso parte a un training formativo a cura degli specialisti e degli infermieri esperti del dipartimento Medico chirurgico di Cardiologia pediatrica (Dmccp) del Bambino Gesù.
Primo dipartimento a effettuare un trapianto pediatrico di cuore in Italia nel febbraio del 1986, il Dmccp oggi effettua 1.600 ricoveri e oltre 600 interventi di cardiochirurgia l'anno, di cui circa la metà in circolazione extra corporea (a cuore aperto), circa l'1% attraverso la procedura di Emodinamica (ibrida), i restanti mediante tecniche chirurgiche tradizionali. Tra i successi internazionali, l'impianto del primo cuore artificiale permanente in un paziente pediatrico portatore di distrofia di Duchenne e l'impianto del più piccolo cuore artificiale, del peso di 11 grammi, eseguito nell'aprile 2012 sempre per la prima volta al mondo, su un bambino di appena 16 mesi.
(Com/Mel/ Dire)