(DIRE) Roma, 3 lug. - Favorire la conciliazione nelle controversie sanitarie e in materia di servizi pubblici regionali, per assicurare ai cittadini un più rapido soddisfacimento delle proprie richieste e, allo stesso tempo, alle amministrazioni una riduzione dei pesi finanziari e amministrativi delle liti. A questo mira la proposta di legge che, approvata dalla Giunta, presto potrebbe ricevere il via libera della Pisana. Intanto, proprio di questo si è discusso nel corso del convegno 'Più garanzie per i servizi pubblici nel Lazio', che si è svolto oggi presso l'istituto regionale di studi giuridici del Lazio 'Arturo Carlo Jemolo'.
OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI LEGGE - Tre, in particolare, sono gli obiettivi della proposta di legge regionale: 1) Garantire standard di efficienza e qualità nell'erogazione dei servizi pubblici; 2) Assicurare la tutela dei cittadini; 3) Prevenire situazioni di contenzioso tra enti pubblici regionali, società regionali, Asl, aziende ospedaliere della Regione e utenti.
CAMERA REGIONALE DI CONCILIAZIONE - Con tale proposta, nello specifico, s'intende concedere ai cittadini della regione Lazio uno strumento aggiuntivo, in situazioni di contenzioso civile con i soggetti erogatori di servizi pubblici, individuato nella Camera regionale di conciliazione. Grazie a tale strumento, istituito presso l'istituto regionale Jemolo, gli utenti potranno comporre la controversia confrontandosi direttamente con l'ente che eroga il servizio, senza necessariamente ricorrere alle più lunghe e costose vie giudiziarie.
PROCEDIMENTO VOLONTARIO, VELOCE, IMPARZIALE E SEMIGRATUITO - Attivare la procedura è una scelta libera e volontaria del cittadino. Il procedimento davanti alla Camera di conciliazione si conclude entro 90 giorni, non con una sentenza, ma con la stipula di un atto negoziale transattivo. La proposta di accordo formulata dai conciliatori (possono essere nominati tali avvocati, commercialisti, notai e medici segnalati dai rispettivi ordini professionali) non vincola le parti, le quali possono farsi assistere nella procedura da una persona di fiducia. Il gettone di apertura della pratica è di circa 30 euro, mentre i cittadini che si trovano in situazioni di disagio economico sono esentati dalle spese relative alla difesa.
PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA - Per la prima volta in Italia s'introduce l'obbligo, per i soggetti che erogano servizi pubblici e per le aziende sanitarie locali, di inserire nelle proprie carte dei servizi una clausola conciliativa, vincolante per il soggetto pubblico, grazie alla quale gli utenti del servizio avranno la possibilità di tutelare i propri diritti, lesi dal mancato rispetto degli standard di qualità ed efficienza garantiti per legge. Così, mentre l'attivazione della procedura è facoltativa per i cittadini, al contrario si obbligano gli enti a partecipare al procedimento e a pagare entro 30 giorni in caso di accordo.
(Cds/ Dire)