Roma, 25 giu. - Anche il tribunale di Catania, dopo quelli di Pesaro e Venezia, ha emesso un'ordinanza per far somministrare agli Spedali civili di Brescia le cure su due pazienti con cellule staminali secondo il metodo Stamina. L'ospedale bresciano ha così avviato una ricerca di medici disposti a praticare le infusioni. "Eventuali dichiarazioni di disponibilità dovranno pervenire alla Direzione Sanitaria dell'Azienda corredate di curriculum comprovante titoli ed esperienza pregressa, oltre che, del nulla osta dell'Azienda di appartenenza" si legge in una nota pubblicata sul sito internet degli Spedali civili di Brescia. Si tratta, in particolare, di tre infermieri, due anestesisti, un infusore e un chirurgo ortopedico.
La reazione di Lorenzin. L'ennesima decisione pro Stamina da parte della magistratura è stata commentata con dichiarazioni dure dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, anche se più tardi i toni sono stati attenuati dalla nota ufficiale diffusa dall'ufficio stampa del ministero: "Ribadisco che da parte della magistratura ci sono decisioni in contraddizione tra di loro una con l'altra- si legge nella nota- che la volontà del legislatore non era questa ma un intervento, caritatevole, nei confronti di chi aveva già cominciato le infusioni, prendendo atto che non ci si trova di fronte a cure compassionevoli poiché il metodo non è brevettato né ha avuto alcuna sperimentazione. Se dovessimo dar retta al buon senso - afferma il ministro - attenderemmo prima che si creino situazioni difficili le decisioni del Comitato scientifico lasciando alla scienza e non alla magistratura l'ultima parola su questo caso".
Andolina. Sul verdetto di Catania è intervenuto anche Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation, già al centro delle polemiche dopo l'ordinanza del giudice di Pesaro: "La mia stima nei giudici aumenta di giorno in giorno- ha detto Andolina-. Si stanno rivelando persone di buon cuore e alta professionalità. Purtroppo però difficilmente troveremo qualche martire che vorrà aiutarci a riprendere le infusioni".
I due casi. La decisione del Tribunale del lavoro di Catania riguarda due bambine molto piccole. La prima ha tre anni, è in coma dalla nascita per problemi durante il parto, e ha già fatto cinque infusioni. La seconda ne ha quattro ed è affetta da Sma1, una forma di sclerosi multipla, alla sua prima terapia. Secondo il loro legale, gli ospedali Civili di Brescia non hanno ancora ottemperato alla decisione del Tribunale emessa nelle scorse settimane.
(Cds/ Dire)