(DIRE) Roma, 24 giu. - Colmare le lacune più evidenti del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014/2018, in fase di approvazione, attraverso la stesura di Piani Regionali di Prevenzione (PRP) che contengano alcuni importanti correttivi. E' quanto auspica la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) che, dopo aver scritto al ministro della Salute nei mesi scorsi una lettera per evidenziare le criticità della bozza del nuovo PNP, ha elaborato una proposta di indirizzo per il miglioramento di questo importante documento per la sanità pubblica.
Secondo la Siti, la bozza di PNP 2014-2018, redatta da un gruppo misto Stato\Regioni, evidenzia una scarsa aderenza alla variegata realtà sanitaria del nostro Paese e costituisce un esempio su cui riflettere circa le concrete difficolta' di definire un assetto nazionale programmatorio che sia realistico e coerente. Sulla base di queste considerazioni, Siti ritiene ragionevole e opportuno che nei PRP siano introdotti alcuni correttivi ed in particolare: una sezione che indichi obiettivi concreti e misurabili di contrasto delle disuguaglianze in salute con programmi evidence based ad iniziare dagli screening oncologici; una sezione che preveda un impegno regionale su un piano pluriennale di informazione alla popolazione sui rischi delle malattie infettive (ivi inclusa l'adesione al programma VACCINARSI) e sulla reale consistenza delle reazioni avverse alle vaccinazioni; una sezione che preveda progetti di chiamata attiva di fasce di popolazione sana per "screenare" i fattori di rischio cardiovascolari; una sezione che delinei le modalita' di coordinamento operativo fra i dipartimenti di prevenzione e le agenzie regionali di protezione ambientale per l'attivazione di programmi permanenti di analisi dei possibili effetti negativi sulla salute umana di inquinamenti ambientali.
E, ultimo ma non ultimo, una sezione che reintroduca nel PNP il tema vitale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione senza il quale l'intero documento appare largamente scisso dalla realta' dei concreti fattori di rischio presenti nel Paese. Ma, sulla scorta dei risultati del precedente Piano Nazionale della Prevenzione, la proposta certamente più pressante è quella di fornire indicazioni inequivocabili per orientare le scelte regionali verso l'affidamento del management dei programmi ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie, quali garanti di "ragionevolezza organizzativa".
Il Dipartimento di Prevenzione può cioè rappresentare una Centrale Organizzativa unica "equidistante" dagli obiettivi di risultato di ciascun Programma, apparendo ragionevole identificarlo come la Struttura aziendale potenzialmente in grado di ben governare l'indispensabile "fase del management". Un modello organizzativo che vede l'affidamento al Dipartimento di Prevenzione della funzione "organizzazione" del PNP si fonda naturalmente su alcune considerazioni generali: è garante del primo livello di assistenza collettiva; ha il commitment sui programmi di prevenzione per compito istituzionale e autorevolezza sulle evidenze in tema di sanità pubblica; conosce e possiede al suo interno strumenti di lavoro e professionisti con know how specifico (gestione di "grandi numeri" di soggetti sani (es. vaccinazioni); si muove naturalmente con logica delle "reti"; ha il compito di misurare i risultati di salute della popolazione (procedura indispensabile quando si parla, ad esempio, di screening).
Anche per questo, secondo la Siti, tale ruolo va affidato ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie, che rappresentano un insieme di operatori esperti della materia.
(Com/Gas/ Dire)