Roma, 19 giu. - Articolo tratto da "La Repubblica". "Presenteremo una denuncia per calunnia. E' un atteggiamento inspiegabile, solitamente prima di andare alla stampa si fanno le verifiche con le strutture interessate", attacca il direttore generale dell'ospedale Sandro Pertini di Roma riguardo al presunto caso di scambio di embrioni nel nosocomio romano. "Tanti sono gli attestati di stima e fiducia delle coppie che si rivolgono al centro- ha aggiunto- ma anche questa volta i professionisti del Pertini sapranno ampiamente dimostrare la loro professionalità e attenzione".
Anche l'ospedale San Camillo è pronto a difendersi. "L'ufficio legale dell'ospedale sta lavorando per valutare se ci siano i presupposti per presentare un esposto in Procura e chiedere anche un risarcimento danni in sede civile", ha riferito Antonio D'Urso, il direttore generale del San Camillo di Roma, struttura tirata in ballo nella vicenda per una presunta amniocentesi che una donna avrebbe effettuato durante la gravidanza. D'Urso ha spiegato che l'esposto potrebbe "essere pronto tra oggi e domani". "Ho richiesto una relazione al direttore del nostro Laboratorio di Genetica, Paola Grammatico, che mi ha fornito in mattinata e stiamo valutando come procedere", ha concluso il direttore del San Camillo.
La denuncia per calunnia del Pertini, invece, secondo quanto si apprende, riguarderà anche un successivo comunicato dell'associazione Agitalia che ieri aveva denunciato il presunto scambio di embrioni (smentito dalle strutture sanitarie), nel quale si sostiene che una paziente del centro di fecondazione assistita del Pertini avrebbe assistito a modalità di catalogazione del materiale genetico che lei definisce "barbariche": ovvero "le provette venivano messe in scatoloni con su scritto il cognome del paziente" senza ricorso a codici a barre e a metodi che "scongiurassero lo scambio di embrioni".
Per il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, "se fosse vero che si tratta di un falso allarme sarebbe un fatto gravissimo, ne discuteremo con la Asl, perché se qualcuno ha tentato una truffa ne dovrà pagare le conseguenze, su questo non c'è dubbio. A tutela della legalità, della professionalità degli operatori e anche per rendere chiaro a tutti che su questi temi non si scherza. Ne discuteremo- ha aggiunto il presidente della Regione Lazio-. Ma, se fosse vero come sembra che si tratta di un falso allarme, c'è la legge che deve fare il suo corso". La Regione si sarebbe rivolta alla Procura? Zingaretti ha risposto: "Ne discuteremo con la Asl".
(Cds/ Dire)