Roma, 17 giu. - Articolo tratto da "Il Messaggero". La bomba d'acqua che ha colpito la Capitale non ha risparmiato neanche gli ospedali: dal Policlinico Umberto I al San Camillo, il cluster ha messo in ginocchio anche i reparti dove sono ricoverati i pazienti pediatrici e per tamponare l'emergenza capita perfino che i vigilantes, d'intesa con gli infermieri, si mettano a tappare le infiltrazioni dei muri con le lenzuola inutilizzate dei letti.
"Scene che non si vedono neanche negli ospedali da campo", commenta la mamma di un piccolo paziente ricoverato al centro di Ematologia del Policlinico Umberto I, dove si sono registrati i danni maggiori. Al San Camillo invece gli allagamenti si sono registrati nel reparto di Rianimazione, dove il tubo che raccoglie le acque piovane si è intasato e ha causato una maxi-perdita che ha inondato i corridoi.
CENTRO TRAPIANTI. Nel reparto trapianti di midollo osseo dell'Umberto I, a via Benevento, dove sono ricoverati anche pazienti più piccoli, "abbiamo avuto infiltrazioni d'acqua nell'atrio e nel contro-soffitto di alcune stanze dove dormono i malati", spiega il direttore dell'Unità di Ematologia, Robin Foà. "E pensare che questa struttura era stata ristrutturata neanche due anni fa, alla fine del 2012. Eppure nonostante gli interventi di restauro, anche stavolta abbiamo trovato infiltrazioni d'acqua a ridosso delle camere di degenza".
DAY HOSPITAL. Nel centro di Ematologia del Policlinico l'acqua ha fatto breccia anche nel magazzino della farmacia, in alcune sale del Day hospital e nei seminterrati. "Quella contro i temporali è una battaglia persa", si lamenta un'infermiera. "La pioggia rischia di entrare nelle camere e nei corridoi ogni volta che c'è un'acquazzone violento", aggiunge un altro dipendente della struttura. Il precedente più clamoroso è quello del 21 ottobre 2011, quando il tetto del terzo piano del palazzo di Ematologia crollò sotto il peso dell'acqua costringendo pazienti e famigliari ad abbandonare la struttura, lasciando i soffitti danneggiati e le stanze al buio per diverso tempo.
TAPPABUCHI. Due anni dopo la situazione non sembra cambiata.
"Per coprire le falle ed evitare le infiltrazioni le guardie giurate che lavorano nel reparto sono state costrette a utilizzare i lenzuoli dei letti. Solo così siamo riusciti a garantire tutti i servizi", dice il primario. Che lancia l'allarme: "La struttura di via Benevento ormai non regge più, anche se paghiamo un affitto milionario ogni anno. Dobbiamo spostarci al più presto per evitare che a ogni temporale di particolare intensità si ripresenti la stessa situazione drammatica. Lo dobbiamo ai nostri pazienti che devono essere curati con la giusta serenità. Lo chiediamo da anni, ci sono progetti pronti, ma alla fine nonostante le rassicurazioni, rimaniamo sempre qui".
TERAPIA INTENSIVA. L'altro ospedale romano che si è trovato con un reparto allagato è il San Camillo-Forlanini. Con le forti piogge che da ieri non hanno smesso di abbattersi sulla città, l'acqua si è infiltrata da un terrazzo, invadendo le condotte elettriche del reparto. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco. Poco prima, intorno alle 12.50, alla sala operativa della Questura sono state segnalate infiltrazioni di acqua nei locali dell'unità di Terapia intensiva e sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Monteverde. A causare i danni è stata "una perdita d'acqua nel corridoio fuori dalla Rianimazione- spiega il direttore generale dell'ospedale Antonio D'Urso- quindi non dove sono ricoverati i pazienti, dovuta al fatto che il discendente che raccoglie le acque meteoriche ha avuto una perdita causata dalle forti piogge". L'acqua è entrata nell'androne per tutta la mattinata, il problema è stato risolto solo dopo le tre del pomeriggio. Anche se, grazie al lavoro di dottori e infermieri, "il servizio non ha mai subito interruzioni". Ma i pazienti si sono comunque ritrovati con il corridoio del reparto allagato. "Il problema- spiega il direttore del San Camillo- è che nel corpo di fabbrica dell'edificio che ospita il centro di Rianimazione il tubo che raccoglie le acque meteoriche è all'interno delle mura. Le forti piogge devono aver intasato la condotta e causato il problema".
(Cds/ Dire)