Roma, 9 giu. - "Il futuro di una società scientifica come l'Acoi, che unisce professionisti chirurghi che riescono a garantire una bene prezioso come la salute dei propri concittadini nonostante una crisi economica devastante e nonostante una crisi etica nazionale altrettanto pericolosa, è e deve essere l'Europa". Ne è convinto Diego Piazza, eletto venerdì scorso nuovo presidente dell'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (Acoi).
Per Piazza, dunque, "è necessario adeguare la professione del chirurgo standard europei, sia di doveri che di diritti. Il primo obiettivo deve partire dalla qualificazione delle formazione a parametri europei, che dovranno essere imposti anche ai nostri ospedali. Perché una struttura possa chiamarsi Ospedale dovrà avere dei requisiti che permettano al chirurgo di effettuare prestazioni di qualità in sicurezza per il paziente, per la struttura e per il chirurgo stesso. Lo standard europeo dovrà essere adeguato anche per gli organici di medici ed infermieri: in un'ottica europea non è pensabile di considerare economicamente il chirurgo come un burocrate della sanità".
"Nei prossimi anni- ha proseguito il neo presidente Acoi- saremo impegnati ad elevare la chirurgia italiana ad un livello europeo, partendo dalla formazione post-laurea, passando attraverso un dossier formativo adeguato per il tipo di impegno clinico richiesto al chirurgo, una più economica e sicura assicurabilità del SSN attraverso la messa in sicurezza delle strutture sanitarie stesse e degli operatori che in esse lavorano; la civilizzazione del contenzioso medico con albi dei periti indicati dalle società scientifiche, con la possibilità di una rivalsa da parte del chirurgo in caso di liti temerarie.
Sono questi- ha concluso il presidente Acoi- i temi sui quali si giocherà la sopravvivenza della professione chirurgica italiana".
(Cds/ Dire)