Roma, 30 gen. - L'inchiesta della procura di Roma su Antonio Mastrapasqua va avanti. Anche se la sua posizione si alleggerisce non poco, dopo le due memorie difensive depositate dal suo avvocato, il pm Maria Cristina Palaia non ha ancora elementi sufficienti per l'archiviazione. L'accusa di truffa aggravata rimane in piedi. E sotto la lente della magistratura ci sono finiti i due protocolli d'intesa tra l'Ospedale Israelitico e la Regione Lazio, datati 2011 e 2012, che furono rigettati al Tavolo Tecnico dai delegati del ministero della Sanità e dell'Economia perché contenevano "clausole troppo favorevoli per la clinica". E perché, secondo l'informativa del Nas, erano irregolari.
Negli ultimi due giorni l'avvocato Domenico Aiello ha portato in procura gli scatoloni con le fatture dell'Israelitico e le certificazioni delle Asl, che servirebbero a provare l'esigibilità dei crediti, ceduti all'Inpdap prima della fusione con l'Inps. Cosa che indebolisce, almeno da un punto di vista giudiziario, il conflitto di interessi di Mastrapasqua nello scambio. Delle 12mila cartelle sanitarie contestate dalla Regione e dal Nas ce ne sono 6mila già prescritte. Ma sulle altre la procura continuerà a lavorare, per capire chi le ha taroccate, e su ordine di chi.
Intanto dall'Ente previdenziale precisano che l'audit avviato non riguarda specificatamente il presidente, ma le strutture centrali e periferiche che dal 1992 si occupano delle cessioni di crediti per le strutture sanitarie di carattere religioso, quale è l'Ospedale Israelitico.
Il premier Letta nel frattempo tace. In attesa di ricevere la relazione del ministro del Lavoro Giovannini, aumentano le pressioni sul governo. "Aspettiamo un doveroso passo indietro da parte del presidente dell'Inps- chiedono tre senatori della direzione Pd- a prescindere dall'inchiesta in corso, serve un segnale di discontinuità".
(Cds/ Dire)