(DIRE) Roma, 29 gen. - Sì dello Snami alla ipotesi di diversi operatori ma solamente nell'ambito di un'organizzazione che deve far capo al medico di medicina generale, detentore della convenzione, al fine di garantire l'unitarietà di un intervento curativo, riabilitativo sull'assistito. La ricerca di autonomia per le accresciute competenze professionali rischia di diventare una "invasione di campo".
Angelo Testa, presidente nazionale del sindacato autonomo, spiega: "ll territorio, diversamente dagli ospedali, ha un'organizzazione di tipo orizzontale, dove le convenzioni di medicina generale e di pediatria sono 'ad personam' e tutto il processo di diagnosi cura ed assistenza, anche a domicilio, come nel caso delle ADI e ADP, fa capo alla generale 'presa in carico' dell'assistito da parte del medico convenzionato. Sia esso medico di medicina generale o pediatra. Non si può immaginare l'esistenza concomitante di più convenzioni che si sovrappongano o l'intervento di più figure autonome e svincolate nell'intero percorso assistenziale e curativo della stessa persona, quali medico ed infermiere. Ciò porterebbe a conflitti, confusione nei pazienti e, in ultima analisi, al fallimento dell'intervento sanitario globalmente inteso".
La legge 739/94, sostiene Pasquale Orlando, vice presidente nazionale Snami, "definisce il campo d'azione della professione infermieristica che, oltre ai processi assistenziali, deve garantire la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche e terapeutiche, anche per le aree di attività come l'assistenza domiciliare nel territorio. Nell'ambito del processo di cura dei pazienti è innegabile, per formazione e per competenza, il ruolo imprescindibile del medico che prende in carico complessivamente il paziente avvalendosi della interazione con le altre professioni e operatori sanitari".
Ammonisce Nino Grillo, vicesegretario nazionale Snami: "Attenzione però perché in questi ultimi anni stiamo assistendo ad una ricerca di spazi di autonomia che potrebbero sovrapporre le singole attività, fino ad arrivare a potenziali conflitti". Dunque "non deve esserci nessuna 'invasione di campo'- conclude Testa- ma ben vengano nuovi 'buoni giocatori' nella squadra allenata e coordinata dal Medico di Medicina Generale".
(Wel/ Dire)