Roma, 24 gen. - È di questi giorni la notizia riguardante la situazione di caos all'ospedale San Camillo di Roma, con barelle posizionate lungo i corridoi o addirittura materassi messi a terra per accogliere i pazienti a causa della penuria dei posti letto. Ma anche spostandosi alla periferia di Milano, lo scenario non si discosta di molto da quello descritto sulla stampa in questi giorni. Quanto accaduto al San Camillo di Roma non è purtroppo un fatto isolato. Situazioni simili vengono denunciate in tutto il Paese. E per il deputato Paola Binetti di Scelta civica per l'Italia (SCPI) si tratta di una conseguenza del taglio progressivo dei letti ospedalieri e del blocco del turn over, senza che si sia dato vita a nuovi modelli di assistenza territoriale.
"In numerosi posti di pronto soccorso- dice Binetti- le scene sono analoghe: code lunghissime per ottenere attenzione, caos e promiscuità tra pazienti, mancanza di privacy, superaffollamento con richiesta di assistenza che non rivestono carattere di urgenza, ma esprimono lo smarrimento di molti malati, anziani o immigrati per la maggioranza, che non sanno a chi rivolgersi; mancano infatti sul territorio risposte adeguate alle effettive necessità dei pazienti, che non possono ottenere risposte in tutto l'arco delle 24 ore se non rivolgendosi al pronto soccorso".
"Nei triage dei pronto soccorso quindi non si presentano solo i casi di 'medicina di urgenza', quanto piuttosto un gran numero di persone che in mancanza di altri posti dove poter verificare la propria condizione fisica, in preda ad ansia e smarrimento, occupano gli spazi del pronto soccorso rimanendo 'parcheggiati' in attesa dell'intervento del medico per ore ed ore; il decreto Balduzzi aveva cercato di dar via a quel processo di medicina del territorio che avrebbe potuto dar sollievo al sovraffollamento degli ospedali, ma non prevedendosi fondi per intraprendere questo processo, esso è rimasto ovunque inattuato. In questa fase è mancato l'impatto positivo della riorganizzazione della medicina territoriale attraverso la creazione e il potenziamento dei nuclei di medici di medicina generale associò in gruppo o in rete, perché li dove questo avviene si riduce il ricorso al pronto soccorso con vantaggi diffusi per tutti. Dal rapporto Cergas-Oasi della Bocconi emerge chiaramente che mezza Italia è 'sanitariamente al crack'".
"L'austerità- prosegue- ha rimesso in ordine i conti, ma ha creato una crescente inadeguatezza dei servizi e ha accentuato il disagio nelle regioni del centro-sud, al punto che oggi il nostro è il Paese con maggiore disparità territoriale in Europa, in materia di sanità. I dati Oasi mostrano che i ricoveri degli over 65 sono ben oltre le esigenze reali, con una media che, dal 2006 al 2011, è passata dal 4,6 al 4,8".
"Lo conferma l'Anao Assomed- incalza Paola Binetti- : i piani di rientro imposti alle regioni con deficit (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia) hanno fatto in modo che 'il disavanzo annuale del Servizio sanitario nazionale si sia notevolmente ridimensionato, ed è sceso dal 17,3 per cento del 2011 allo 0,9 del 2013'. A tutto ciò però non corrisponde una migliore capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini nella erogazione dei servizi. I piani di rientro, finora non sono stati capaci di attivare processi di positiva evoluzione organizzativa. Quindi i conti sono migliorati, ma la riorganizzazione dei servizi non c'è stata e, anzi, questi sono peggiorati; inoltre, gli amministratori che si trovano a dover ridurre ulteriormente i posti letto, passando ad una media di 3,7 per mille abitanti e riorganizzando la rete ospedaliera, si trovano di fronte ad un paradosso ben esemplificato dal 'caso Lombardia'".
La regione dovrebbe chiudere 170 piccoli ospedali perché la riorganizzazione nazionale chiede di eliminare quelli con meno di 120 letti. Ma se ciò accadesse, la regione finirebbe con l'avere solo 2,59 posti per mille abitanti, al di sotto di quanto posto come obiettivo dallo stesso decreto. Dinanzi a questa incongruenza la deputata Paola Binetti chiede al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, "quali iniziative intenda porre in essere per migliorare la condizione dei pronto soccorso attraverso il potenziamento della medicina territoriale e la riorganizzazione dei piccoli ospedali".
(Cds/ Dire)