Roma, 20 gen. - "Malati che stazionano per ore sulle barelle? Caos? Sovraffollamento? Non c'è da meravigliarsi se i pronto soccorso/Dea di Roma e del Lazio sono allo sbando, questo è il naturale risultato di una scempia programmazione degli ultimi anni che ha portato allo smantellamento dei posti letto di medicina interna. Una situazione che il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti deve affrontare immediatamente". Lo dice Giuseppe Lavra, segretario regionale CIMO (Coordinamento Italiano Medici Ospedalieri)- Lazio, commentando le notizie che stanno uscendo sulla stampa in questi giorni.
"I pronto soccorso/Dea- prosegue- Lavra- sono ormai diventati delle strutture separate dal resto dell'ospedale e vivono una condizione assurda di congestione di malati, ma bisogna sapere che circa i tre quarti delle persone che si ricoverano qui sono di competenza di medicina interna e non possono essere assegnati nei posti letto che non ci sono più. È questo il problema centrale dei grandi ospedali del Lazio e di Roma, e in particolare del San Camillo, dove i posti letto del reparto di medicina interna sono stati ridotti di oltre la metà negli ultimi 15 anni, e oggi si paga il prezzo di questa scelta scellerata, con malati che non possono essere assistiti e vivono quotidianamente un inferno, e medici, infermieri e operatori che sono costretti a lavorare in condizioni disumane".
Lavra sottolinea infine che la situazione è ancora più grave perché le "numerose case di cura private, sorte di pari passo con lo smantellamento dei reparti di medicina interna ospedalieri, non sono più in grado di assorbire i malati acuti e critici dei pronto soccorso, in quanto sono carenti di infrastrutture adeguate".
(Cds/ Dire)