(DIRE) Roma, 20 gen. - "No categorico all'obbligo di prestare servizio all'interno delle Case della salute per i medici di medicina generale. Sì, alla possibilità di lavorare nelle strutture sanitarie in questione, solo ed esclusivamente su base volontaria di ciascun professionista". È netta la posizione espressa da Paolo Marotta, vice-segretario Smi (Sindacato dei Medici Italiani) - Lazio, al termine della riunione di stamani a Roma, in Regione, incentrata sulla presentazione della bozza del decreto del commissario relativa alle Case della Salute, in cui emerge l'obbligatorietà, per i medici di medicina generale di operare nelle succitate strutture sanitarie.
"Un obbligo inaccettabile imposto della Regione Lazio che, peraltro, non è affatto stabilito del ministero della Salute- spiega Marotta- Se i medici fossero costretti a lavorare all'interno delle Case della Salute si verificherebbe un progressivo ed inarrestabile indebolimento della rete degli studi dei medici di famiglia, con conseguente disorientamento degli assistiti. Inoltre le Case della Salute dovrebbero garantire una importante opportunità di lavoro anche per i giovani medici precari eppure, all'interno del decreto, non è menzionata alcuna modalità di accesso per tale categoria".
Secondo Marotta, inoltre, "non è chiaro se il modello organizzativo delle Case della salute è rivolto unicamente al medico di assistenza primaria, come si evince dalla bozza del decreto, o a tutti i medici di medicina generale, come previsto, invece, dal ministero della Salute. Riscontriamo, infatti, una grande confusione all'interno del decreto sul ruolo di queste figure professionali, che dovrebbe essere chiarito al più presto".
Marotta conclude avanzando una proposta: "Sarebbe utile e funzionale per l'assistenza territoriale e per decongestionare i pronto soccorso, una rete informatica ad hoc che metta in collegamento le Case della salute con le Unità di cure primarie (Ucp), con gli ospedali e le università. Un buon sistema informatico consentirebbe, con un semplice click di ottenere l'accesso alla cartella clinica del paziente da parte di tutti gli operatori del sistema nonché la possibilità di effettuare consulenze anche per via telematica".
(Com/Mel/ Dire)